Marta Milazzo, la brindisina pioniera della lotta contro la violenza alle donne

di Giancarlo Sacrestano

Nel giorno che istituzionalmente è vocato al divertimento, tra gli ombrelloni o al fresco di una pineta, in casa o sul posto di lavoro o ancora nei luoghi di sofferenza, mi piace sollecitare nel lettore il ricordo, ma anche qualcosina in più, scrivendo di una donna che tra le tante, si è impegnata per rendere grande la città di Brindisi.
Marta era una donna dall’aspetto severo, che incuteva rispetto, ma con un cuore d’oro e con uno spiccato senso dell’umorismo. La sua rettitudine morale era esemplare, sempre dignitosa ma nel suo intimo fragile e romantica: si commuoveva sino alle lacrime ascoltando l’Inno Nazionale.
Marta, aveva una gran voglia di vivere, che riusciva a trasmettere a chi le stava accanto, e che trasformava in forza energica per combattere contro l’ingiustizia, specialmente quella verso le donne.
Era nata ad Anagni da padre siciliano, maresciallo di pubblica sicurezza, i cui frequenti spostamenti, hanno forgiato il carattere di Marta facendola divenire disponibile, forte ed esperta, all’accettazione dell’altro. Ogni luogo nel quale ha vissuto, è diventato il suo luogo dove accrescere in lei sensibilità, conoscenza e amore per l’approfondimento.
Il particolare servizio del genitore, comandante delle stazioni di confino per condannati politici, la portarono a vivere da vicino realtà come Gaeta, Campobasso, Perugia, Lampedusa, Pisticci e Brindisi, città dove Marta ha imparato a guardare all’essenza delle cose, adattandosi alla rinuncia, imparando dalla saggezza popolare l’amore ed il rispetto per il territorio.
Diplomatasi a Brindisi presso l’Istituto Magistrale diviene ben presto insegnante di ruolo nelle scuole elementari. Avrebbe voluto proseguire gli studi per diventare medico ma si vede costretta, a causa della malattia della madre, a disegnare per sé un diverso percorso. Frequenta la facoltà di Lingue Straniere e dopo aver frequentato il corso biennale, si diploma infermiera volontaria (crocerossina), successivamente si specializza nella trattazione di problematiche quali l’assistenza sanitaria, il pronto soccorso, l’assistenza al malato sino a diventare esperta nelle problematiche della tossicodipendenza, prostituzione e maltrattamenti subiti dalle giovani donne. Il suo enorme bagaglio di conoscenze, l’ha vista promossa dalle istituzioni, a divulgatrice presso le giovani generazioni ed i professionisti del settore.
Stare tra i giovani, comprendere le loro problematiche con un profondo rispetto per l’essere umano e la disponibilità con tutti, è stato il paradigma di Marta che, ha impresso al suo già forte impegno, un ulteriore salto di qualità: dirigere la “Protezione della Giovane” un’organizzazione che condivide con un piccolo ma volenteroso gruppo di amici. La “Protezione” diventa veramente una casa, la sua casa, dove il bisogno di chi bussa, diventa bisogno di chi ospita e la provvidenza, quella Divina, diventa spesso la prima vera fonte di sostentamento. Nei momenti più bui, quando il denaro necessario non c’è, Marta ama ripetere: “La Divina Provvidenza vede e provvede, si risolverà in qualche modo”. Alla materna, sensibile accoglienza, Marta però non fa mancare il rigore della coerenza e della fermezza radicate nella massima popolare che recita: “Il medico pietoso fa la piaga verminosa”. La battaglia contro la droga, la prostituzione che attanagliano le giovanissime che le vengono affidate non consentono deroghe, “la cellula debole” che rappresenta ogni ragazza, lei la cura sino a fortificarla offrendole una seconda chance.
Il 24 gennaio 1998 le è stato conferito il premio alla Virtù civica “Colonna Romana 1997” con questa motivazione: “ha dedicato la sua vita al prossimo, prendendosi cura delle ragazze in difficoltà e delle minori a rischio, volontaria della Croce Rossa Italiana, ha svolto con lodevole impegno il suo compito, contribuendo, fra l’altro, alla formazione di innumerevoli studenti dell’Istituto Magistrale di Brindisi, – attualmente opera presso l’Istituto Protezione della Giovane”.
E’ colma di soddisfazioni la vita di Marta che si chiude il 15 Agosto 2009 dopo tre anni di sofferenze che lei, come suo costume, ha sopportato ed affrontato, com’era solita, nel suo dignitoso silenzio, com’ è restato chiuso dentro il suo cuore l’amaro conflitto con la burocrazia.