Sensori low-cost contro lo smog con cuore brindisino

EuNetAir, il network coordinato dall’ENEA per lo sviluppo di sensori antismog low-cost, ha permesso di sviluppare materiali avanzati, nanomateriali, dispositivi hi-tech portatili, protocolli di misura e reti wireless di sensori per rilevare l’inquinamento atmosferico urbano, con un indotto economico stimato di oltre 150 milioni, a fronte di un finanziamento Ue di 600 mila euro.
«Rispetto ai sistemi in commercio, i sensori antismog che abbiamo sviluppato sono economici, dai consumi energetici ridotti, maneggevoli e adatti a un monitoraggio sia in movimento che in punti fissi», spiega Michele Penza,responsabile ENEA del «Laboratorio materiali funzionali e tecnologie per applicazioni sostenibili» nel Centro Ricerche di Brindisi e coordinatore del network internazionale EuNetAir.
«Tutte caratteristiche – prosegue il ricercatore – che rendono i nostri prototipi candidati ideali per il controllo della qualità dell’aria nelle città. Attualmente stiamo ottimizzandone le prestazioni per renderli competitivi rispetto ai più costosi sistemi convenzionali, che rimangono ancora i più accurati nelle misure antismog, ma poco maneggevoli, ingombranti e non idonei alle rilevazioni su mezzi in movimento. Con i nuovi sistemi hi-tech – sottolinea Penza – puntiamo a rivoluzionare le tecnologie per il controllo dell’inquinamento atmosferico, offrendo alle amministrazioni centrali e locali gli strumenti necessari per migliorare la qualità dell’aria e accrescere la consapevolezza ambientale dei cittadini».



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