Fiori d’arancio/ Racconti al balcone

di Ida De Giorgi per IL7 Magazine

“È un fatto universalmente noto che uno scapolo provvisto di un cospicuo patrimonio non possa fare a meno di prendere moglie”. Elisa chiuse il libro. La Austin continuava ad avere ragione, anche dopo duecento anni: uno scapolo ricco era ancora una buona prospettiva di sistemazione, per una donna. Il problema era riuscire a stanarlo, visto che la bella idea di appollaiarsi a vita sulle spalle di un uomo sfrigolava nella mente di tutte le sue amiche ancora sole, dopo gli “anta”.
Elisa, però, era la più determinata: lei si era scoperta contraria all’emancipazione, soprattutto da quando mantenere un lavoro stabile era diventato così difficile. La sua idea di pensione anticipata era farsi mantenere da un volontario bendisposto.
Decise di cercarlo attuando una metodologia scientifica, tracciandone un profilo, alla Criminal minds. Requisiti: entrata o rendita fissa, casa di proprietà, disponibile viaggi, generoso, colto. Aggiunse sano di mente, nel dubbio che fosse ancora libero perché scartato dalle altre, per un qualche disturbo mentale insormontabile. Età: adeguata. Un range di cinque anni più o meno. Potendo, senza mogli pregresse né figli. L’ideale sarebbe stato anche orfano e figlio unico. Così si eliminava qualsiasi influenza familiare. Romantico? Non aveva importanza, tanto l’amore c’entrava poco in un matrimonio d’interesse. Neanche la bellezza, anche se sarebbe stato meglio uno appena appena decente.
Bene, poteva bastare. Ora bisognava stabilire dove cercarlo.
Elisa scartò le crociere per single: troppe concorrenti. Le palestre e le piscine avrebbero messo in evidenza quei rotolini mai smaltiti. Optò per i circoli culturali: regno dei solitari timidi. Ci avrebbe pensato lei a mettere brio nella loro vita.
Trovò un cineforum abbastanza vicino a casa: ci sarebbe andata a piedi e avrebbe trovato il modo di farsi riaccompagnare dal prescelto. Qualora ci fosse stato.
Studiò quello che c’era da sapere sul film, per essere pronta a darsi arie da intenditrice. Quella sera c’era un polpettone polacco, sbadigliò solo leggendone la sinossi. Bevve un caffè doppio contro la botta di sonno.
Scelse con cura l’abbigliamento: informale ma di classe, niente tacchi ed un trucco sobrio.
Insomma: donna acculturata single ma non disperata, perché gli uomini hanno un sesto senso per le cacciatrici.
La sala era intima, quasi un salotto, con tavolini e poltrone. Prima della proiezione, mentre il referente illustrava la tipologia della pellicola, si guardò intorno.
Alcune donne, sole o in compagnia di amiche; un paio di coppie e due uomini seduti in disparte, ai lati opposti della sala. Uno troppo anziano, anche se l’idea di una florida pensione, magari reversibile, non era proprio da escludere. L’altro era un bell’uomo brizzolato, alto ed elegante, con un cappotto grigio di cammello e una sciarpa di seta al collo: un tocco di raffinatezza. Elisa lo studiò con la coda dell’occhio, facendo finta di guardarsi intorno; l’uomo fece lo stesso. Si sforzò di restare sveglia nelle due ore seguenti, soffocando gli sbadigli. Lo scambio di sguardi con lo sconosciuto riprese durante il dibattito. Lei intervenne lodando l’interpretazione della protagonista, dopo aver sbirciato di nascosto gli appunti preparati a casa, in caso ci fosse stato bisogno di darsi un contegno. Lui annuì sorridendo.
All’uscita, Elisa indugiò sulla porta. Appena fu sicura di avere il brizzolato alle spalle si avviò. Dopo pochi passi, l’uomo la affiancò: ‹‹Andiamo dalla stessa parte?››.
Chiacchierarono piacevolmente delle reciproche vite. Intanto Elisa spuntava le voci del suo profilo dell’uomo ideale: vedovo, senza figli, direttore di banca, palazzotto di famiglia. Mancava di una villa al mare, ma gli piaceva viaggiare: mete esotiche, viaggi avventura, ma anche weekend culturali. Elisa gongolava, non era una patita di musei e opere liriche, ma le vacanze e il castelletto in centro meritavano qualche sacrificio.
Trovò un altro punto a favore: era un buongustaio, con predilezione per la cucina cinese, che era anche la sua passione. Bene: l’argomento cibo avrebbe portato senz’altro ad un invito a cena. Era fatta!
La notte era fredda, Elisa rabbrividì. Il brizzolato si tolse la sciarpa e la accomodò con un nodo intorno collo di lei. “Anche galante”, pensò, sorridendogli. Poi l’uomo cominciò a stringere. L’ultimo pensiero di Elisa fu: “Eppure me l’ero appuntato, che dovevo considerare gli squilibri mentali!”