La borraccia, molto utile nello sport

Ormai fanno parte dell’occorrente dello sportivo, insieme a scarpe idonee ed abbigliamento attinente, vanno di moda e ci fanno risparmiare un sacco di plastica, sempre più colorate , accattivanti e griffate: stiamo parlando della borraccia, ribattezzata urban bottle dagli statunitensi, alla lettera “bottiglia urbana”, una definizione che suggerisce la praticità di questo oggetto nella vita quotidiana. C’è però un risvolto della medaglia perché una indagine effettuata dall’Unione Nazionale Consumatori ha fatto emergere la scarsa consapevolezza degli italiani sull’utilizzo di questi speciali contenitori: solo una persona su quattro sa che necessitano di una certa manutenzione e l’81,7% di coloro che le utilizzano gli sceglie perché “più alla moda” rispetto alle bottiglie in plastica, senza troppi ragionamenti sulle caratteristiche dei prodotti acquistati.
Peccato però, che secondo uno studio scientifico prodotto dall’Università La Sapienza di Roma (Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive) abbia dimostrato come la maggior parte delle borracce in commercio rilasci tracce di metalli pesanti ed altre componenti chimiche. Naturalmente con qualche insidia per la salute. Si sono acquistate venti borracce attraverso i più comuni canali di vendita, di ogni tipo, di alluminio,acciaio, plastica e silicone. Si è simulato un loro utilizzo per circa un mese, riempiendole e svuotandole regolarmente con un’acqua demineralizzata, cioè priva di elementi, in modo da individuare chiaramente l’eventuale rilascio di sostanze estranee. Sono stati ricercati una quarantina di diversi elementi chimici (come alluminio, ferro, rame, piombo, cadmio, cromo e cobalto), ma anche composti organici quali sfalati e bisfenolo A per quelle in plastica e silicone. Risultato finale: nessuna traccia di sostanze organiche in quelle di plastica e silicone, mentre nelle altre si sono riscontrati elementi inorganici come metalli, semimetalli e non metalli, in particolar modo in quelle di alluminio e acciaio, con livelli variabili che possono derivare sia dalla qualità del materiale che dalle modalità di produzione. Unica nota positiva che ciascuno di questi elementi non superava i parametri chimici imposti dalla legge sulle acque destinate al consumo umano. Ma il problema è che si possono sommare a quelle eventualmente presenti nell’acqua di rubinetto con il rischio, per chi fa uso abituale di borracce, di oltrepassare facilmente le soglie considerate sicure per la salute, senza tenere presente anche il pericolo di alghe, muffe e batteri che, a contatto con l’umidità, crescono senza controllo e possono proliferare indisturbati.
E allora che fare? Innanzitutto è di estrema importanza curare la pulizia delle nostre borracce, lavandole ogni giorno (evitando detergenti aggressivi e scovolini rigidi che possono graffiarle) e lasciarle asciugare capovolte e aperte, senza il tappo. Cambiamo spesso l’acqua durante il giorno ed evitiamo l’utilizzo con altri liquidi, come tè. Succhi di frutta o bibite gassate, perché l’eventuale cessione di elementi chimici potrebbe aumentare.
Infine dopo averle acquistate non le utilizziamo da subito per la prima settimana, riempiamole e svuotiamole senza consumarne il contenuto, in modo da diminuire con il tempo la carica di elementi estranei.