La famiglia allargata di Muccino tra amori che nascono e finiscono

di Elena Giuliano per IL7 Magazine

Una famiglia decisamente allargata, un cast d’eccezione e una trama corale: questi i tre ingredienti principali dell’ultimo film di Gabriele Muccino. Il ritorno del figliol prodigo, si direbbe. Dopo una lunga permanenza sugli schermi statunitensi, ecco che il regista torna in patria e firma una pellicola intitolata appunto “A casa tutti bene”. Forse una rassicurazione o forse il suo biglietto di bentornato, questo film sembra quasi continuare le storie che già avevamo visto ne “L’ultimo bacio” e “Baciami ancora”, con gli stessi toni struggenti e a tratti isterici che contraddistinguono i suoi personaggi.
Questa volta però, siamo a una riunione di famiglia su un’isola non ben specificata – è stata girata a Ischia – precisamente in occasione dell’anniversario dei 50 anni di matrimonio della coppia formata da Pietro (Ivano Marescotti) e Alba (Stefania Sandrelli).
Quello che doveva essere un breve pranzo tutti insieme dove tutti, chi più chi meno, avrebbero sfoderato la loro maschera migliore per qualche ora, si trasforma in 48 ore di crisi, in cui ogni componente finisce per gettare la maschera e cedere ai suoi drammi.
Ci sono gelosie represse, tradimenti e bugie, tutto sembra essere concentrato in quelle quattro mura di pietra bianca in cui la famiglia si ritrova costretta a convivere per cause di forza maggiore. Chiunque crolla, anche chi sembrava inattaccabile, trasportato dai ricordi e dai rancori sullo sfondo incantevole di una fantastica isola. L’unica breve tregua sembra darla la musica, elemento quasi chiave di tutto il film. Prima di tutto non si può non considerare la colonna sonora ufficiale del grande Nicola Piovani, che ha voluto sancire il suo ritorno al cinema proprio con questo film, ma non manca nemmeno la canzone, il momento in cui si annullano le crisi e tutti si riuniscono davanti al pianoforte, cantando a squarciagola celebri e italianissime come “Bella senz’anima” e “Una carezza in un pugno” o ancora “Dieci ragazze per me”.
Nominiamo poi, solo alcuni componenti della squadra che Muccino ha voluto convocare, tra questi ci sono: Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Sabrina Impacciatore, Claudia Gerini e tanti altri.
Tra amori che nascono e che finiscono (soprattutto), sempre il leit motiv della pellicola mucciniana, il dramma d’amore. Muccino infatti è uno di quei registi che non crede al per sempre, ma nella passione fulminante e genuina. Non si fida delle persone, da voce solo ai loro istinti più primordiali: lo abbiamo potuto vedere nei precedenti film sopra citati, lo noteremo sicuramente anche qui.
L’amore eterno non esiste, ne esiste solo forse una menzogna che noi stessi ci raccontiamo per farlo durare. Infine quindi, Gabriele è finalmente a casa, è rimasto tutto come lo aveva lasciato: cornuti sì, ma infondo tutti bene.