La tutela alle cure odontoiatriche

Il 60% della popolazione italiana non riesce a curarsi adeguatamente la propria bocca dal dentista, in quanto il 90% dell’odontoiatria italiana è privata e quindi, come conseguenza, viene meno il supporto pubblico di ospedali e ambulatori odontoiatrici che le istituzioni dovrebbero fornire al cittadino – paziente. In questo contesto poco stimolante per il paziente, interfacciato con il più grave quadro della globalizzazione della crisi economica e pandemica, le istituzioni dovrebbero fornire ai propri cittadini delle informazioni realmente efficaci per puntare almeno al diritto per la tutela della salute piuttosto che per il diritto alle cure che oggi, di fatto, è negato a molti. Si dovrebbe informare come la salute orale sia importante per tutelare la salute in generale, di come è facile e poco costoso raggiungere questo stato di benessere ed informare che il criterio del “miglior offerente” legato alla riduzione delle tariffe non rappresenta la scelta più conveniente per tutelare questo bene. Per quanto riguarda questo ultimo punto faccio un esempio: coloro che necessitano di un intervento chirurgico per la cura di un tumore, sicuramente non si rivolgerebbero al “miglior offerente”. Perché non dovrebbe essere lo stesso per le cure odontoiatriche?
Al paziente è doveroso offrire la qualità delle cure odontoiatriche che deve essere anche erogata nei pochi centri pubblici a disposizione sul territorio nazionale. Per meglio capirci, essendo la gran parte dei dentisti dei liberi professionisti, possiamo individuare tre ruoli: l’imprenditore, l’artigiano e il professionista di tipo intellettuale. Per quanto riguarda l’imprenditore, egli ha come scopo principale il profitto che proviene dalla vendita di merci e servizi. L’artigiano invece ha lo scopo di mettere in pratica la propria abilità formata dall’esperienza. L’intellettuale (etimologicamente la parola significa promettere), promette di agire per il bene degli altri prima che per il proprio. In questi ruoli si inserisce l’etica dentale.
Non c’è dubbio che il dentista dovrebbe agire essenzialmente come un professionista. Se la professionalità è la priorità, allora egli ha il dovere di fornire terapie di qualità e per ottenerle deve investire in tecnologia, materiali, conoscenza, strutture e tempo. Ma oggi a questo concetto di qualità professionale, sono stati contrapposti concetti quali “low coast” che nella gestione della salute significa rischiare una riduzione della qualità ed una perdita del rapporto fiduciario dentista – paziente. Le istituzioni, loro malgrado, hanno consentito a numerose società di capitali (con iniziative” low coast”) ,di inserirsi nel tessuto sociale, abbassando la qualità e il rapporto interpersonale, ed inoltre si è sviluppato parallelamente il fenomeno del turismo odontoiatrico. Le istituzioni dovrebbero innanzitutto investire in educazione su stili comportamentali, la prevenzione e l’importanza di periodici controlli perché, se i cittadini sono meglio informati ed educati, essi avranno meno problemi e dunque un minore bisogno di cure odontoiatriche. Ma questo non deve distrarre ma anzi concentrare lo stato sui fondi integrativi che sono legge e strumento in cui la politica deve investire perché, se questi fondi sono governati bene, portano a risultati positivi per i pazienti. Questi fondi possono servire a drenare quei pazienti, o una parte di essi, che attualmente non si curano o non possono curarsi e permettere loro di scegliersi il curante (il dentista) che più gli aggrada senza condizionamenti.
Questo inserimento dei fondi integrativi dovrebbe essere attuato quanto prima, perché in Italia la spesa per le cure odontoiatriche è quasi esclusivamente privata (90%) e in questo contesto di crisi, crescono le diseguaglianze nell’accesso ai servizi odontoiatrici che è inaccettabile in qualsiasi stato democratico. La gente ha bisogno di conoscenza condivisa e consapevole, di informazione efficace, di odontoiatria basata sulla professionalità. Il dovere delle istituzioni è quello di tutelare tutti, soprattutto le persone più vulnerabili, i soggetti economicamente più deboli e in primis garantire ai bambini il reale diritto – dovere alle cure odontoiatriche, ortodontiche ( che non devono essere più considerate estetiche ma funzionali ) e alla salute in generale.