On line il nuovo sito internet del Teatro Verdi di Brindisi

Da oggi è online il nuovo sito del Teatro Verdi di Brindisi, completamente rinnovato nella struttura e nella grafica, clean e rigorosa: uno spazio web in cui funzionalità di navigazione e design coesistono per migliorare ulteriormente l’esperienza di fruizione. Obiettivo del portale, www.nuovoteatroverdi.com, è di unire praticità d’uso e intuitività della navigazione in una interfaccia che meglio identifica il brand image del Teatro.

La home è stata studiata in modo da offrire ogni contenuto in maniera immediata: con pochi click si accede alle schede degli spettacoli in calendario, agli eventi e alle news dal mondo del Teatro. La navigazione fra le pagine sarà più semplice e moderna: il sito è stato concepito in modalità responsive, a portata di pollice, per essere accessibile da tablet e da smartphone, sia per avvicinare le nuove generazioni all’offerta del Teatro sia per fornire al pubblico, in forma più flessibile e versatile, informazioni puntuali e aggiornate.

Il punto di forza del sito è nella sua integrazione con i profili social, grazie ai quali è possibile condividere contenuti all’interno della community web del Teatro. Il nuovo sito migliora la navigazione e amplia il portfolio dei servizi, offrendo informazioni utili e il collegamento alla piattaforma di acquisto online dei biglietti per tutti gli spettacoli (vivaticket.it). Una riorganizzazione che rispecchia l’esperienza di approdo ai contenuti: oggi sempre più dai motori di ricerca e dai social network.

«Il Teatro Verdi – ha sottolineato il direttore artistico Carmelo Grassi – è un simbolo di identità che occorre promuovere in termini di conoscenza e di accessibilità, anche attraverso l’utilizzo delle più moderne tecnologie. Per questo abbiamo avviato un percorso di rinnovamento e di proposta, e il sito Internet, oltre ad essere un punto di riferimento per informare su tutto ciò che accade a Teatro, si pone come uno straordinario strumento di promozione della nostra città. Chi ha detto che il teatro non è digital?».