Lunedì, 10 luglio 2017, alle ore 19.00, presso il Centro Polifunzionale per gli Studenti dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro sarà inaugurata la personale di Giuseppe Ciracì Il tempo della Natura, a cura di Antonella Marino e Francesco Paolo de Ceglia. In mostra una selezione di opere a ciclo aperto ispirate alle carte leonardesche di Windsor e la serie inedita Azzurro cielo. L’esposizione, organizzata dal Centro Interuniversitario di Ricerca Seminario di Storia della Scienza nella cornice dei festeggiamenti per il suo cinquantesimo anno di attività e ospitata dall’Università di Bari Aldo Moro, farà da sfondo al convegno internazionale della Società Europea di Storia delle Scienze Umane e della Società Italiana di Storia della Scienza, che si terrà a Bari dal 12 al 14 luglio.
La mostra è inserita all’interno del cartellone E_state Uniba 2017, manifestazione con un programma ricchissimo di eventi che dal 20 giugno al 20 luglio riempiranno tutti i luoghi dell’Università con mostre, concerti, degustazioni e dibattiti destinati alla comunità universitaria e alla città. La ricerca pittorica di Giuseppe Ciracì, declinata in questa mostra attraverso 15 opere a tecnica mista che saranno esposte in un allestimento concepito in dialogo con l’impianto circolare della hall del Centro Polifunzionale per gli Studenti, “è caratterizzata – come scrive la critica Antonella Marino nel testo di presentazione – fin dagli inizi da un interesse fisico e psicologico per lo studio del corpo umano e per la relazione con l’ambiente naturale.
Era inevitabile così che lungo il suo percorso l’artista brindisino incontrasse il talento universale di Leonardo da Vinci, la cui produzione geniale e poliedrica segna la coincidenza massima tra indagine artistica e scientifica. Di Leonardo, Ciracì ha ossessivamente studiato il corpus di opere, ha consultato i trattati. Dal Codice di Windsor, in particolare, ha tratto ispirazione per una serie di lavori avviata nel 2011, di cui sono esposti in mostra alcuni esemplari.” Il metodo di Ciracì è rigoroso. Fatto di sovrapposizioni e sapienti assemblaggi, giochi di raffinati chiaroscuri in cui la matita imprime sulla carta potenti effetti tridimensionali. Al centro delle sue rappresentazioni abitano volti o squarci di corpi che vengono accostati a riproduzioni tratte da pagine leonardesche, che l’artista lascia esposte alle intemperie, restituendole in questo modo alla natura. Un’intima riflessione sui rapporti tra arte, uomo e natura si ritrova anche nel ciclo in progress denominato Azzurro cielo, presentato per la prima volta in quest’occasione. “L’artista – come scrive Francesco Paolo de Ceglia, docente di Storia della Scienza all’ateneo barese e co-curatore della mostra – ha esposto alle intemperie un suo vecchio libro di storia dell’arte, le cui immagini sono state letteralmente ricolorate dai fenomeni atmosferici. In qualche modo, dal cielo, che è entrato in quelle pagine, selezionandole una ad una: regalando a ciascuna di esse una gradazione diversa del suo colore, che ha così composto una eterea sinfonia.”
“Guardando il lavoro di Giuseppe Ciracì – continua de Ceglia – si comprende di possedere un corpo pensante e conoscente più della mente stessa. Un corpo ricoperto di una pelle abitata da anime tattili che comunicano con il mondo. Ed è in questa maniera che si segmenta, moltiplica e complica quello che fino a ieri chiamavamo cogito.” Prenderanno parte all’inaugurazione il Prof. Augusto Garuccio, direttore del Centro Interuniversitario di Ricerca Seminario di Storia della Scienza, la Prof.ssa Antonella Marino, critica e curatrice, docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Bari, e il Prof. Francesco Paolo de Ceglia, docente di Storia della Scienza presso l’Università Aldo Moro di Bari. Sarà presente l’artista.
Giuseppe Ciracì, nato a Brindisi nel 1975, si diploma presso il Liceo Artistico Edgardo Simone di Brindisi e prosegue gli studi in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Avvia il suo percorso professionale in Puglia per poi trasferirsi, nel 2003, a Milano dove sviluppa le ricerche nell’ambito della pittura figurativa. Nel 2007 collabora con i suoi dipinti al film-documentario Sigmund Freud, Il grande pensatore, per la regia di Ferruccio Valerio. Nello stesso anno, focalizza l’intera produzione sul tema del ritratto per poi approdare alla serie polimaterica ispirata ai fogli di Windsor. Prende parte a numerose collettive e personali in Italia e all’estero, da Lecce a Roma, da Venezia a Milano, fino a Berlino e Bali, in Indonesia. Tra le più recenti si ricordano le personali A Windsor allestita nel Palazzo Vernazza Castromediano di Lecce, Il Paesaggio Interiore negli spazi di scatolabianca a Milano, la mostra Opere Scelte 2008-2014 nel Palazzo Granafei Nervegna di Brindisi e Incompleteness, mostra che il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento gli dedica nella sede del Rettorato di Lecce nel 2016.
E’ finalista in diversi premi a carattere nazionale e internazionale tra cui il Premio Celeste, il Premio Arte Laguna di Venezia e il Premio Pittura Zingarelli Rocca delle Macie nel 2010, il Premio Combat e il Mag Prize a Milano nel 2011 e il Premio Ora nel 2013. Recentemente viene selezionato dal critico Alberto Dambruoso a prendere parte alla Residenza Artista BoCs Art 2015/16 a Cosenza. E’ docente di Arte e Immagine e di Discipline Pittoriche nelle scuole secondarie di primo e secondo grado.