Di Marina Poci per Il7 Magazine
Dodici racconti compiuti ma non definiti, in cui possibilità, opportunità, occasioni, casualità, scelte e decisioni aleggiano, sovrapponendosi le une alle altre in un affascinante amalgama che rende le storie concluse anche quando di fatto non appaiono risolte: se ci fosse un filo rosso, nelle vicende raccontate da Michele Bombacigno nella sua ultima opera, “Presentimenti” (Fides Edizioni, 2023 disponibile su Amazon e nelle librerie brindisine), sarebbe questa vaghezza di contorni che avvolge tanto gli eventi quanto i personaggi.
Dopo il lusinghiero successo di critica e lettori raccolto con il romanzo “L’aggiustatore di libri”, lo scrittore brindisino (una vita da funzionario giudiziario, ora in pensione, e una passione mai sopita per la lettura e la scrittura, che piano a piano sono diventate un lavoro da editor) torna al genere che più, secondo lui stesso, gli risulta congeniale, confermandosi narratore capace e osservatore acuto di una realtà che non ha nulla di memorabile eppure, grazie all’accuratezza della sua scrittura, resta scolpita nella memoria di chi legge.
“Come spiego ne “L’aggiustatore”, mentre il romanzo è una maratona, nella quale lo scrittore ha la possibilità di riprendersi dalle défaillance e dai momenti meno felici, per giocarsela con il lettore sino alla fine, il racconto è una corsa di cento metri, in cui non si può sbagliare approccio e bisogna dare immediatamente il meglio di sé. D’altra parte, nel romanzo c’è un problema di ritmo che nel racconto, vista la brevità, non si pone. Non so se sia più difficile scrivere racconti o romanzi, sicuramente è molto diverso”, spiega lo scrittore brindisino, che sul titolo non ha avuto dubbi: “Forse si sarebbe potuto chiamare anche Sliding doors, perché, anche se in maniera diversa, gli snodi, che siano dovuti al caso o, per chi ci crede, al destino, hanno una loro importanza in tutti e dodici i racconti. Così come nella vita, d’altronde: oscilliamo tra quello che è stato, quello che è e quello che poteva essere e non sempre queste tre dimensioni dipendono dalle nostre scelte. A volte, semplicemente, è il caso a decidere per noi. Per questo motivo quasi tutti i finali restano un po’ aperti: possiamo intuire come proseguiranno le vite dei personaggi, ma chi ci dice che andranno realmente così come noi le immaginiamo? E se vanno in un determinato modo, davvero possiamo dire che quel modo sia frutto di nostre decisioni?”, precisa.
Con un occhio alla narrativa sudamericana, da sempre la sua prediletta, e uno alla levità di Calvino o, più recentemente, a quella di Diego Da Silva, Bombacigno tratteggia una variegata fauna umana che spazia dal sacerdote che ha smarrito la via della santità all’avvocato che beve birra in locali che appartengono al mondo del voler essere, dalla zingara in grado di leggere il passato e il presente al violinista spagnolo in grado di intendere i sentimenti della gente, dall’impiegata delle Poste che scatena le fantasie dell’uomo comune alla ragazza più bella della festa (che in ogni festa, si sa, ce n’è una). Con la disinvoltura dello scrittore consumato, affida ai lettori (chiedendo loro l’indulgenza che i suoi personaggi credono di meritare) il barista che soffre per amore e dell’amore sa scorgere le tracce negli avventori del suo locale, l’uomo affetto da cronici complessi di inadeguatezza e i vari protagonisti intrappolati in lavori impiegatizi, che trovano nella lettura e nella scrittura lo sfiatatoio alla mediocrità del quotidiano.
Di rara efficacia, come sempre ci ha abituato, è l’affresco del mondo femminile: che siano garbate vecchie signore abili a smascherare magagne clericali o edicolanti sposate capaci di provocare e assecondare guizzi di creatività, le donne, bellissime anche quando non oggettivamente belle, percettive o diffidenti, estroverse o sfuggenti, ammiccanti o invadenti, appaiono sempre un passo avanti all’uomo di turno.
Racconta, Bombacigno, persone che potremmo incontrare sul treno o accanto alle quali potremmo ritrovarci seduti dal parrucchiere a scambiare chiacchiere che spaziano, indifferentemente, dal clima ai massimi sistemi. E tutti i suoi personaggi, anche quelli in apparenza più ordinari, beneficiano di un elegante lavoro di scrittura che li rende destinatari di un tratto di unicità che, dalla pagina, senza soluzione di continuità, balza direttamente nella vita.
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