
L’associazione “Raffaella c’è”, costituita in memoria di Raffaella Presta, avvocata di San Donaci vittima di femminicidio a Perugia il 25 novembre 2015, unitamente alla sottosezione brindisina dell’Associazione Nazionale Magistrati, presieduta dal sostituto procuratore della Repubblica Giuseppe De Nozza, e con il patrocinio della città di San Pietro Vernotico, in occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale per i Diritti delle Donne, organizzano presso il Teatro Impero di Brindisi una replica dello spettacolo teatrale “Due in una per tutte”, una coinvolgente rappresentazione con ventidue personaggi in scena, concepita dall’associazione per sensibilizzare contro la violenza di genere: l’evento sarà presentato domani, martedì 18 febbraio, alle 17,30 presso la sala consiliare del Comune di San Pietro con la partecipazione della sindaca Maria Lucia Argentieri, del PM De Nozza e della presidente di “Raffaella c’è”, Doriana Presta, sorella gemella di Raffaella.
Alla presentazione, moderata dalla giornalista del Nuovo Quotidiano di Puglia Cristina Pede, porteranno i saluti istituzionali Angela Rogges, dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Brindisi, Elisabetta Ruta, comandante della Guardia di Finanza di San Pietro Vernotico, Vincenzo Corianò, comandante della locale stazione dei Carabinieri, Maria Concetta Rollo, marescialla maggiore della Stazione dei Carabinieri di san Donaci, e Luigi Cattolico, comandante della Polizia Locale di San Pietro.
L’evento rappresenta un fattivo esempio di collaborazione tra istituzioni, magistratura e società civile, nel solco che De Nozza ha voluto imprimere alla propria presidenza ANM sin dall’elezione, della quale martedì 27 febbraio ricorre il primo anniversario.
Raffaella Presta fu uccisa con due colpi di fucile al basso ventre sparati dal marito Francesco Rosi, dal quale, dopo anni di abusi fisici e psicologici, sembra che avesse deciso di separarsi. L’impegno della sorella Doriana, che ha adottato il figlio della sua gemella (che all’epoca aveva sei anni ed era presente in casa al momento dell’uccisione della madre), è quello di portare sul palco diverse storie di violenza contro le donne nella consapevolezza che soltanto educando a riconoscere i segnali di disfunzionalità delle relazioni di coppia si potrà davvero dare attuazione al grido dell’attivista e poeta messicana Susana Chávez Castillo, divenuto il monito di tutti i femminismi: “Non una donna di meno, non una morta di più”.
Marina Poci