«Youtopia», primo film sul mondo perverso delle squillo virtuali

di Elena Giuliano per IL7 Magazine

Siamo in uno dei tanti cinema di Roma, questa volta poco prima dello spettacolo il cast stesso è presente in sala per i ringraziamenti. Il film a cui stiamo per assistere si intitola “Youtopia” ed è diretto da Berardo Carboni un regista molto particolare, che si è sempre concentrato sul cinema d’autore, raccontando piccoli grandi drammi personali dei suoi protagonisti, senza paura di trattare tematiche apparentemente troppo “scabrose” per il grande schermo.
Questa è la volta di Matilde, una giovane ragazza con una situazione economica e familiare difficile che decide di dare il suo contributo guadagnando nel modo più rapido ed efficace possibile.
“Questa non è una commedia, le commedie ci hanno rotto le palle” afferma convinto uno degli attori Alessandro Haber. E in effetti, non c’è proprio niente da ridere nella storia che questo piccolo gioiello del cinema indipendente italiano vuole raccontare.
La realtà in cui Matilde (interpretata da Matilda de Angelis) si immerge per necessità più che divertimento è quella delle cosiddette “webcam girls” in parole povere ragazze che si spogliano davanti alla telecamera del proprio computer per un qualsiasi sconosciuto su internet e vengono pagate a minuti. Una sorta di squillo virtuali, con la differenza che nessuno può toccarti né costringerti a fare qualcosa che non vuoi.
È forse la prima volta nel cinema italiano che si parla di una tematica così agghiacciante ma così tremendamente attuale. Perché queste webcam girls esistono davvero e sono per lo più ragazzine molto giovani che vedono in questa pratica un facile e veloce strumento per fare soldi, approfittando magari di genitori poco presenti.
Il film però va più in profondità perchè nonostante tutti gli sforzi, Matilde non riesce ad arrivare alla somma di denaro sperata e così prende la decisione di mettere all’asta la sua verginità nel cosiddetto “deep web”. Per chi non lo sapesse, il deep web è l’abisso di internet, un luogo virtuale non ancora esplorato dove si può trovare davvero di tutto, come in questo caso.
Nel suo percorso la ragazza incontra vari offerenti, disposti a offrirle cifre sempre più alte, ma tra tutti la sua storia si incrocerà con quella di Ernesto, un farmacista di mezza età molto rinomato e soprattutto sempre pronto a provare esperienze sempre più al limite in campo sessuale. Il film racconta già dal principio, su due piani paralleli, entrambe le vite apparentemente inconciliabili, che verso la fine troveranno il modo di incrociarsi proprio grazie al web.
Anche il nudo viene trattato in maniera del tutto anti convenzionale, nonostante ci siano scene apparentemente erotiche, lo spettatore quasi non riesce più a vederle come tali, ma solo come un’altra forma di espressione della propria fragilità.
Domina la scena poi il mondo virtuale, in cui oramai sempre più ragazzini si rifugiano e per Matilde il suo videogioco è l’unico modo per fuggire dalla realtà che la circonda che sembra esser fatta di tutto tranne che di cose belle. Il suo unico amore adolescenziale non è fisico ma solo platonico, con un ragazzo conosciuto proprio nel videogioco, che non ha mai visto ma che attraverso le parole riesce ad incantarla e a portarla nel mondo dei suoi sogni.