
Lo conosco da 44 anni, da quando all’età di 7 anni si intrufolava nel gruppo dei più grandi per maneggiare con estrema disinvoltura quella palla a spicchi, finanche troppo grande per le sue mani, che nemmeno i più smaliziati riuscivano a portargli via: Cosimo De Vita, Mimmo per tutti, classe 1968, sampietrano, una vita per la pallacanestro. Nel suo paese, e con la locale società Unione Sportiva San Pietro, Mimmo ha infatti ricoperto tutti i ruoli cui uno sportivo può ambire: atleta, coach, presidente. L’atleta ha sempre vestito la canotta del team locale – a parte due formative esperienze nel 1995/96 con la Pall. Milano in C/2 e nel 1996/97 in D con la Plurima Lecce – con il quale ha brindato alle promozioni in D e nel 2000/01 in Serie C/2. Sedersi accanto a lui e farsi raccontare i mille episodi della sua carriera da giocatore significa giocarsi una intera giornata nei ricordi; ride di gusto quando riporta alla memoria “quella volta che vincemmo una gara importante, che ci apriva le porte dei playoff, con un mio tiro sulla sirena scagliato praticamente da metà campo…fui portato in trionfo in giro per il campo da una folla di tifosi festante e mentre io temevo seriamente per la mia incolumità sentivo un esagitato sotto di me che urlava a più non posso «sei meglio di Van Basten, sei meglio di Van Basten» , una scena esilarante”. Nel cocktail di ricordi non è difficile rivivere momenti che ci hanno accomunato, sia pure in posizioni differenti: come quella volta che io, suo allenatore in un campionato giovanile, lo tirai quasi subito fuori dal campo aggredendolo con un “non hai capito che se non difendi con me non giochi?”, che lui ingoiò con malcelata nonchalance aspettando il momento di rientrare in quintetto per bombardare con una serie impressionante di tiri micidiali la retina avversaria e potermi rispondere con sorriso sornione, durante un time out, “e mo’ fammi uscire perché non difendo!”. Quella difesa che, come tutti i grandi tiratori – e lui lo era! – , gli rubava energie quando doveva trasferirsi in attacco, ma che diventò il suo fiore all’occhiello quando decise di dedicarsi alla panchina. “Cominciai la mia esperienza da istruttore – racconta – come assistente del maestro Gianni Russo nelle giovanili sampietrane, mentre continuavo a prestare la mia opera di atleta nella formazione senior: un percorso molto formativo con un tecnico di assoluto valore che mi segnò sull’importanza di lavorare con i giovani, cosa che da allora ho sempre fatto con continuità, nonostante alcuni impegni con la B femminile e con le squadre maschili in C/2 ed in D”. Successi importanti, con le formazioni Under: un titolo Regionale d’eccellenza cat. Under 14 con le annate 1997-98 dell’Aurora Brindisi, due concentramenti interzona (uno Cat. Under 15 con le annate 1994-95 ed uno cat. Under 17 con le annate 1993-94 sempre targate Aurora Brindisi), vice campioni regionali cat. Under 15 Eccellenza con le annate 2000-01 della Mens Sana Mesagne insieme a Coach Capodieci, Capo Allenatore della selezione regionale maschile pugliese annata 2000 con partecipazione al Trofeo delle Regioni a Rimini, partecipazione alle Final Four regionali Under 18 nel 2006/07 con U.S.San Pietro e, sempre con i colori sampietrani, vice-campioni regionali Under 15 nel 2010/11 e campioni regionali Under 14 silver nel 2015/16. Tanti giocatori, in questi 20 anni, passati sotto le sue grinfie: “ma il bello è – precisa con orgoglio – che nonostante le mie urla, da molti ritenute disumane, che in più di qualche occasione ho rivolto al loro indirizzo, ancora oggi mi riservano grande affetto. Anzi, questa è l’occasione giusta per tributare pubblicamente un grazie gigante al mio capitano sponda San Pietro, quel Gianluca Cuomo atleta davvero “Super”, come uomo e come giocatore; sponda Brindisi, invece, Edoardo Fontana è sicuramente quello che mi ha dato maggiori soddisfazioni. Ma l’atleta del mio cuore, per doti tecniche ed umane, resta e resterà per sempre l’insostituibile ed indimenticabile Alessandro Caroppo (un giovane che da caporal maggiore ha trovato la morte ad Herat in Afghanistan nel 2008, n.d.a.): lo dico sempre, in cielo sia io che l’U.S. San Pietro abbiamo un angioletto speciale a vegliare su di noi e non è un caso che il nostro grido di battaglia ricorda a tutti che «noi giochiamo in 6!»”. Anche nella lunga ed ancora attiva carriera da coach il “ti ricordi quando…” porterebbe a nottate insonni, ma quel pallone di gara proditoriamente sostituito sotto gli occhi dell’arbitro solo perché i suoi ragazzi non riuscivano ad infilarlo nel canestro (mossa che sortì l’effetto voluto) o quella violenta manata data ad una palla ingloriosamente destinata sul fondo al termine di un contropiede da manuale e che invece, per una strana carambola, inchiodò al muro un incolpevole atleta in panchina o quell’interminabile abbraccio con lo scrivente al termine della gara che riportò San Pietro in Serie D nel 2010/11 e che fece mormorare ad un tifoso “oh, ma vi siete fidanzati?” sono episodi simpaticamente indelebili nella mente di coach Mimmo.
Dal 2018 è iniziata anche la terza vita cestistica del nostro interlocutore: una serie di abbandoni nelle fila dirigenziali del vecchio sodalizio sampietrano lo hanno portato alla presidenza dello stesso. “Un incarico al quale non mi sono potuto sottrarre, dopo oltre 40 anni di ininterrotta fedeltà – precisa – ma che ho raccolto con rinnovato impegno: non più solo difesa, pick&roll e passing game, ma ora anche gestione amministrativa, sanitaria, federale ed organizzativa che lascia ben poco tempo agli affetti ed al riposo”. Un incarico che non è iniziato nel migliore dei modi, con l’inopinata chiusura del palasport di via Ancona, che ha costretto la società giallonera ai classici salti mortali, condizionandone di fatto l’attività. Ed il sogno del presidente Mimmo non può che essere uno solo: “presto un palazzetto nuovamente degno di questo nome, finalmente intitolato al caporalmaggiore Alessandro Caroppo, nel quale poter ritornare a far divertire e crescere tecnicamente i tanti giovani sampietrani innamorati, come me, della palla a spicchi”.
Buon lavoro, allora, coach Mimmo! Buon lavoro, Presidente!