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Marchionna, le 5 cantine e la supercazzola del Susumaniello

Di Marina Poci per il numero 416 de Il7 Magazine
Tenute Rubino, Masseria Masciullo, Cantine Incantalupi, Tenute Lu Spada e Cantina Botrugno non ci stanno: pur nella dichiarata intenzione di non “alimentare polemiche”, di passare per le responsabili della mancata realizzazione a Brindisi del Trofeo Master del Susumaniello per una non meglio specificata “mancanza di requisiti” e per diversità di vedute tra le cantine, così come il sindaco Giuseppe Marchionna ha asserito in conferenza stampa nella giornata del 25 agosto, non hanno alcuna voglia, soprattutto perché l’evento che le avrebbe coinvolte, adesso in programma per il 12 settembre a Mesagne, è stato un’iniziativa dell’Associazione Italiana Sommelier e non dei produttori.
Quella relativa allo spostamento, dal capoluogo alla città messapica guidata da Toni Matarrelli, dell’evento relativo al vitigno brindisino più identitario è la vicenda che, tra giustificazioni francamente incomprensibili e prese di posizione più ideologiche che di merito, sta tenendo banco in questo ultimo scampolo di estate.
Tutto è nato quando le cinque aziende produttrici di cui sopra hanno manifestato il “disappunto” per la rinuncia della città di Brindisi a ospitare il Trofeo Master del Susumaniello, chiedendo di conoscere le ragioni dello spostamento dell’evento a Mesagne e augurandosi di ricevere dall’amministrazione comunale brindisina “i chiarimenti necessari e utili per una reciproca collaborazione”.
“Abbiamo posto, credo legittimamente, un tema che abbiamo ritenuto degno di attenzione, chiedendoci come mai Brindisi, città del Susumaniello, avesse rinunciato a essere sede di questo evento, perdendo così un’occasione unica per la valorizzazione del territorio”, spiega Carmine Dipietrangelo, ex consigliere regionale (per tre volte, in quota al Partito Democratico), ex editore e attualmente imprenditore vitivinicolo in Tenute Lu Spada.
Una comunicazione dai toni garbati e concilianti, nella quale però veniva messo nero su bianco che “il Susumaniello appartiene a Brindisi, ne racconta la storia e l’identità” e “rappresenta una delle espressioni più originali e promettenti della nuova Puglia del vino” e che “il vino a Brindisi ha storia, valore e futuro” e “continuare a ignorarlo o a relegarlo a mera “merce da sagra” è insostenibile e profondamente ingiusto” per tutti i produttori e i lavoratori del settore.
Le cinque cantine avevano anche confermato di essere venute a conoscenza che l’evento era stato già proposto al Comune di Brindisi e che era stata persino predisposta, dall’assessore al ramo, una delibera, poi inspiegabilmente ritirata all’ultimo momento: “L’AIS, che aveva già impostato l’organizzazione molto nel dettaglio, in mancanza di riscontri ai numerosi solleciti, ha pensato di proporre l’evento all’amministrazione comunale di Mesagne, che ha accolto con entusiasmo l’iniziativa predisponendo, il 18 agosto, una delibera per l’inserimento dell’evento nel programma settembrino dell’estate mesagnese. Quindi la stessa iniziativa, che a Brindisi è stata ritenuta mancante dei requisiti, a Mesagne è stata ritenuta proponibile. Continuo a non spiegarmelo, anche perché alla nostra richiesta di chiarimenti non ha fatto seguito nessuna reale spiegazione, Peraltro, si è anche cercato di spostare l’attenzione su un’altra manifestazione, rispetto alla quale si è parlato di una frattura tra le aziende del Comune di Brindisi e tra quelle del Consorzio di Tutela Doc Brindisi-Squinzano. Frattura che avrebbe impedito l’organizzazione di “Rosati di sera”. Un argomento che, torno a dire, non ha niente a che vedere con la Masterclass sul Susumaniello e che, per quel che vale il mio parere, dovrebbe essere affrontata in un altro contesto”.
Dunque il riferimento del sindaco all’altrettanto sfumato “Rosati di sera”, considerato una costola del Negramaro Wine Festival, secondo Dipietrangelo non coglie nel segno, perché apparentare i due eventi e attribuire le responsabilità della mancata realizzazione di uno e dell’altro ai dissidi tra produttori non rende giustizia agli sforzi fatti dalle aziende “che hanno scelto di investire a Brindisi e su Brindisi, che creano centinaia di posti di lavoro e che custodiscono valori profondi legati alla cultura del vino”.
“Credo tra l’altro che, in tutto questo bailamme, stia sfuggendo un aspetto fondamentale, che qualcuno deve pur ricordare: Mesagne è parte della Brindisi Doc. Il che significa che, secondo il Disciplinare delle denominazioni di origine dei vini, i vini a denominazione di origine controllata, tra cui il Susumaniello, per essere tali, devono essere prodotti in agro di Brindisi e in agro di Mesagne. Per cui l’AIS, nel chiedere lo spostamento dell’evento, ha tenuto conto di questo aspetto geo-agricolo e ha portato la Masterclass in un territorio in cui il vitigno è, per così dire, “a casa sua”. Spostarlo in un altro comune della provincia avrebbe forse potuto suscitare qualche perplessità, ma la città di Mesagne, proprio per quanto stabilito dal Disciplinare, ha pieno diritto ad organizzare l’evento”, aggiunge Dipietrangelo.
Nel frattempo, se i produttori sono presi dall’organizzazione e rifuggono dalle polemiche, le opposizioni, sia in consiglio comunale che nella società civile, continuano a commentare le dichiarazioni del sindaco, stigmatizzandone la sostanza, la tempistica e i modi.
Durissimo l’intervento del Partito Democratico di Brindisi, che parla di “grottesco scivolone politico”, “quadro amministrativo deplorevole, specchio fedele di come il centrodestra sta governando la città”, “racconto di comodo, intriso di omissioni, banalità e forzature, per celare la verità invece di assumersi le evidenti colpe” e “due occasioni perse per l’economia cittadina a causa di evidenti responsabilità dell’amministrazione comunale”.
“Prima si lasciano sfumare opportunità costruite con chi lavora sul campo e sostiene la nostra filiera. Poi si cerca un capro espiatorio tra le cantine, come se i brindisini fossero ingenui e non sapessero leggere documenti, date e atti amministrativi. È un atteggiamento infantile e allo stesso tempo pericoloso, che mina l’autorevolezza delle istituzioni e offende l’intelligenza dei cittadini”, scrivono dal PD, chiedendo al sindaco Marchionna “una rettifica onesta e la pubblicazione immediata dell’intera procedura con carteggio e mail”.
Anche Oreste Pinto, ex assessore allo Sport nell’amministrazione guidata da Riccardo Rossi, ha preso posizione pubblicamente posizione mettendo in fila una serie di interrogativi allo stato ancora senza risposta: Il sindaco non chiarisce perché l’amministrazione abbia prima predisposto la delibera per le iniziative sul Susumaniello e poi l’abbia ritirata. Chi ha preso questa decisione? Se quasi tutte le aziende vitivinicole brindisine hanno manifestato disappunto, a chi va attribuito il “niet”? Qualche produttore ha davvero potere di veto su un evento proposto da un’associazione nazionale come l’AIS? E se sì, chi è? Non é forse lecito sospettare che il no all’ultimo momento possa rappresentare una sorta di ritorsione per il fallimento del Negramaro Wine Festival o come l’avevano chiamato quest’anno?”, scrive Pinto, concludendo ironicamente con
“il primo cittadino sostiene che, poiché c’è divisione, per “unire” si siano cancellati sia Rosati di Sera sia l’evento sul Susumaniello. In pratica, non è che il Comune abbia collezionato due flop che penalizzano economia ed eccellenze del territorio, ma – udite udite – avrebbe saggiamente rinunciato a due occasioni per costruire un futuro di pace e prosperità. Raccontata così, fa già ridere da sola”.
Mesagne intanto si prepara all’evento sul Susumaniello: “Ci aspettiamo una risposta convinta da tutta la provincia e, naturalmente, il successo di ogni evento che viene organizzato a Mesagne. Resta il rammarico per una Brindisi che si è lasciata sfuggire, per motivi che la cittadinanza meriterebbe di conoscere, una manifestazione che avrebbe dato lustro alla città. Ciò non toglie che, per le prossime iniziative, i produttori continueranno a lavorare con ogni amministrazione perché la città non resti indietro. È superfluo dire che ci aspettiamo lo stesso spirito di collaborazione dalle istituzioni”, conclude Carmine Dipietrangelo.