Malsore, un libro di poesie che è un atto di coraggio

Sorrisi

Nelle pupille

Si gusta l’inquietudine,

Qualcuno mi disse…

Tacqui,

Andai allo specchio di cristallo,

Mi spaventò la mia strana mente…

Non so nemmeno io che mi accadde!

Trovai la forza in me e sorrisi,

Vinsi l’inquietudine.

(Malsore Llapashtica)

 

Scrivere e pubblicare poesie è un atto di coraggio. Scrivere e pubblicare poesie d’amore è un atto che sfiora la temerarietà… Sono altissimi i rischi che si corrono tuffandosi in un’avventura siffatta… Ma per fortuna c’è chi non ha paura di svelare la propria anima, la propria sensibilità, offrendo generosamente agli altri le proprie gioie e le proprie sofferenze. E, soprattutto, c’è chi riesce a farlo in modo mirabile, donando emozioni e suggestioni che lasciano il segno.

Della schiera di questi audaci talentuosi fa parte certamente Malsore Llapashtica.

Malsore è una giovane poetessa nata in Kosovo ma da qualche tempo residente a Brindisi. Si è laureata nel 2006 in Lingua e Letteratura Albanese presso la facoltà di Filologia dell’Università di Pristina conseguendo poi, con gli studi post-universitari, il titolo di “Magister” di Lingua Albanese. Ha lavorato come giornalista, occupandosi soprattutto di cultura, presso varie testate e ha prestato anche servizio nella Pubblica Amministrazione del Kosovo, in qualità di funzionaria del Ministero delle Comunità e del Ritorno.

Ha partecipato a vari concorsi per poeti conseguendo numerosi premi.

È stata inoltre una delle prime  giovani  intellettuali del Kosovo che si è  unita alla Carovana degli Scrittori per  ragazzi ed è presente con suoi componimenti in importanti antologie pubblicate in India e Germania. Nello scorso dicembre è stata apprezzata ospite della prestigiosa manifestazione di Campi Salentina “La città del libro”.

La raccolta di liriche che ho avuto la fortuna di leggere recentemente, “Il silenzio dell’amore” (Besa Editrice, 2014), è la terza pubblicata da Malsore Llapashtica, dopo “L’uccello rinchiuso” (1997) e “Ho afflitto gli assassini” (2000) ed ha meritato un significativo successo di critica e di pubblico.

Il volume, arricchito dal testo a fronte in albanese (la traduzione in italiano è di Klara Kodra), contiene quaranta brevi bellissime liriche. La poesia di Malsore è concisa, simbolica, metaforica, spesso anche ermetica –  ora dolce, ora tagliente – ma al lettore attento e sensibile non sfuggirà la grande ricchezza e la profondità dei versi, musicali e avvolgenti.

Nella bella prefazione Fatime Kulli, famosa poetessa albanese, scrive che “Le poesie di Malsore Llapashtica si manifestano all’interno di un mondo sensibile che può essere definito attraverso la metafora poetica ‘Il silenzio dell’amore’, per l’arte usata magistralmente in ogni parola, in ogni verso, in ogni poesia… Questo libro dimostra che Malsore Llapashtica è giunta a creare un suo modello di scelta della parola, della strutturazione dei versi, dei simboli e delle metafore che adornano il volume di espressioni in cui si manifesta una vera arte, con una potenza intrinseca di pensiero filosofico riguardo all’amore e alla vita”.

Ancor più significativamente in quarta di copertina si legge: “Le poesie di Malsore Llapashtica abitano un mondo che vive di chiaroscuri e di silenzi appena rotti da un sussurro, in una zona di confine impalpabile come lo sono i cancelli del sogno. Le parole si compongono con eleganza, simili a una silhouette che emerge dal buio o lascia il riflesso di sé in uno specchio di cristallo. Sono parole d’argento fuso, magia liquida che percorre la pelle, la sfiora, la accarezza con un brivido. I versi della poetessa kosovara danzano al ritmo dell’inquietudine e dell’inganno, della nostalgia più dolce e dell’amore più folle per catturare il lettore in un’atmosfera lunare che si nutre del fascino del non detto, tutto da decifrare”.

Non le lessi…

Alla luce della lampada,

Sfogliai le poesie di Jaques Prévert…

Non le lessi,

Mi feriva la tacita parola di qualcuno

Che mi tormentava lo spirito disperato…

Non le lessi…

Le lesse il sogno…

(Malsore Llapashtica)

Michele Bombacigno