Ferilli, Salemme, Preziosi e il Mago Forest: ma la nuova stagione teatrale del “Verdi” non concederà il bis

Non ci saranno seconde serata per evitare spese inutili e garantire invece la qualità del cartellone. E ci sarà la possibilità di frazionare gli abbonamenti in due: se non si desidera acquistare il pacchetto completo degli spettacoli sarà possibile acquistare  solo l’abbonamento yellow o quello gremì. Uno spettacolo fuori cartellone, dedicato al pubblico più giovane (quello che ancora non ha l’abitudine di seguire l’intera stagione), quello con protagonista il Mago Forest. Queste le principali novità della stagione 2015-2016 presentato dalla Fondazione Nuovo Teatro Verdi.

Il Comune di Brindisi assicurerà il consueto apporto con un contributo di 350 mila euro mentre altre 100 mila saranno versate dal principale sponsor, l’Enel. Verrà a mancare invece il contributo dell’Amministrazione provinciale.

All’incontro, che si è svolto sul palcoscenico del teatro, hanno preso parte il presidente e sindaco di Brindisi Mimmo Consales, il direttore artistico Carmelo Grassi, l’attore Sebastiano Somma, tra gli attesi interpreti della stagione, e il responsabile relazioni esterne e territoriali del partner ufficiale Enel Angelo Di Giovine, per passare in rassegna i titoli che confermano la qualità delle produzioni e la presenza dei protagonisti della scena nazionale e internazionale.

Il parterre di interpreti e registi coinvolti si conferma anche quest’anno di grande rilievo: i nomi del migliore cinema italiano e i volti noti al grande pubblico della tv sfidano la scena accanto ai grandi artisti dello spettacolo dal vivo per rileggere i giganti della drammaturgia, assieme agli autori che raccontano il presente. Sebastiano Somma, Paolo Sassanelli, Luca e Luigi De Filippo, Sabrina Ferilli, Maurizio Micheli, Michele Foresta, Alessandro Preziosi, Vincenzo Salemme, Silvio Orlando, Alessio Boni, Michele Riondino, sono solo alcuni dei nomi che compongono il nuovo cartellone del Verdi.

«Nel nostro teatro – ha esordito Mimmo Consales – abbiamo sempre cercato di presentare svariate forme d’arte capaci di esprimere in modo differente la capacità di stare assieme e di avere un orizzonte comune. Per questo il Teatro Verdi continuerà nel suo cammino di ricerca e di proposte, tra difficoltà economiche e speranze per il futuro, intese a emozionare e far riflettere un pubblico sempre più attento ed esigente».   

«Dopo otto stagioni – ha sottolineato Carmelo Grassi nel suo intervento -, la proposta artistica è pensata per rafforzare e consolidare il teatro nel suo essere “luogo” di idee e di confronto costante con la scena. Quest’anno la programmazione usa come linea d’indagine prevalente il tema dei rapporti all’interno della famiglia. Tra le novità, abbiamo deciso di programmare solo appuntamenti singoli. Non avremo cioè la doppia serata per nessuno degli spettacoli in cartellone. Ciò porta a non poter riconoscere il diritto di prelazione agli abbonati per il mantenimento della poltrona, i quali avranno tuttavia la priorità per la sottoscrizione dell’abbonamento completo, che chiameremo “Rainbow”. Conclusa anche la fase dei nuovi abbonamenti all’intera stagione, saranno quindi proposti due pacchetti di spettacoli, denominati “Yellow” e “Green”. Abbiamo aggiunto titoli alla stagione; la politica dei prezzi, invece, non è cambiata nell’obiettivo di continuare a fidelizzare il pubblico, soprattutto quello giovane».

Infine, è intervenuto Sebastiano Somma, protagonista del primo titolo della stagione: «Sarò in scena con “Uno sguardo dal ponte”, uno dei più importanti testi della drammaturgia americana, scritto da Arthur Miller. Nello spettacolo sarò Eddy Carbone, l’immigrato italiano le cui difficoltà di adattamento al nuovo mondo e alle nuove regole sfoceranno in una tragica vicenda di passione e gelosia. Al centro della vicenda il sogno americano, la vita com’era negli anni Cinquanta per gli emigrati italiani a New York con le loro aspettative e le loro illusioni. Un allestimento di grande attualità, che ci riporta alla cronaca drammatica dei nostri giorni». 

Quindici appuntamenti, un percorso attraverso i generi nel quale trovano spazio i temi della fragilità umana nel contesto famigliare, del gioco psicologico che coinvolge lo spettatore, della quotidianità della vita, della bellezza e del senso profondo del vivere. E ancora uno speciale focus su Napoli, sulle storie, gli interpreti e gli autori che hanno creato l’identità di una città “capitale” del teatro.

Il primo sipario della stagione si alza il 20 novembre sul dramma «Uno sguardo dal ponte» di Arthur Miller, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita, un classico della drammaturgia nord-americana. La pièce, interpretata da Sebastiano Somma per la regia di Enrico Maria Lamanna, indaga il tema attualissimo dell’emigrazione e dell’integrazione culturale attraverso una delle mille facce della New York anni Cinquanta. Il ponte, infatti, è quello che collega la lussuosa, vivida e ricca Manhattan alla povera e grigia Brooklyn, dimora esclusiva di immigrati e portuali. 

Brindisi è al centro del musical «Signori in carrozza!», in arrivo il 15 dicembre, scritto da Andrej Longo per la regia di Paolo Sassanelli. La storia si sviluppa nel dopoguerra a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta e racconta le vicende di una piccola compagnia di attori meridionali che prova il suo spettacolo nel vecchio teatro Verdi di Brindisi prima di imbarcarsi sulla «Valigia delle Indie», il servizio postale e passeggeri tra l’Inghilterra e le Indie Orientali.

L’anno solare si chiude il 29 dicembre nel segno del tango argentino. In scena «Revelación», uno spettacolo ideato da Adriano Mauriello con musiche originali di Lisandro Adrover. La tradizione del tango si “rivela” negli abbracci del paso doble in cui uomini e donne intrecciano sentimenti eterni come la malinconia, la nostalgia, la sensualità, la passione e la rabbia. Cinque coppie di ballerini e un’orchestra formata da otto musicisti trascinano il pubblico in una storia di tango, passione e mistero. Una danza di note che inebriano l’anima, in cui i cuori sembrano battere all’unisono. 

Il nuovo anno si apre con «La bisbetica domata», tra le opere più popolari, comiche e irriverenti di William Shakespeare, in cartellone il 13 gennaio. Una favola noir e contemporanea, firmata «Factory Compagnia Transadriatica», che mette in gioco un cinico addomesticamento. Il pubblico è complice degli equivoci, dei travestimenti, delle sorprese e dell’ironia che il Bardo di Avon utilizza per compiere un viaggio continuo tra teatro e realtà, tra tragico e comico.

A distanza di novanta anni dalla scomparsa dell’autore Eduardo Scarpetta, suo nipote Luigi De Filippo mette in scena «Miseria e nobiltà», al Verdi il 21 gennaio, un classico del grande repertorio comico napoletano, il dramma grottesco della miseria e il sussiego della ricchezza nella Napoli di fine Ottocento. Resta indimenticabile anche l’interpretazione cinematografica, nel 1954, di Totò e Sophia Loren.

La stagione prosegue il 26 gennaio con «Mr. Forest Show», spettacolo fuori abbonamento nel quale Michele Foresta, in arte Mago Forest, interpreta un improbabile e surreale showman che unisce una vena comica di stampo cabarettistico all’abilità dei prestigiatori, cercando in tutti i modi di attribuire un senso misterioso alle banalità del quotidiano.

La danza contemporanea approda martedì 2 febbraio con «Pa|Ethos», la nuova creazione del coreografo tibetano Sang Jijia. Lo spettacolo, diviso in due parti, fonda la sua riflessione sui termini Pathos ed Ethos, concetti fondamentali della retorica aristotelica. La poetica di Sang Jijia poggia sulle profondità del pensiero orientale e si arricchisce delle esperienze più alte della ricerca europea nella danza e nel teatro contemporaneo per un incontro originale tra rigore ed espressività.

Michele Riondino e Federica Fracassi portano in scena, il 5 febbraio, un mito dell’antichità classica come «Euridice ed Orfeo», di cui Valeria Parrella propone una versione intensa e poetica per la regia di Davide Iodice. L’autrice napoletana alterna da tempo teatro e narrativa. La sua riscrittura del mito di Orfeo mette di fronte all’interrogativo più grande: è possibile sconfiggere anche la morte? Quando la sua amata Euridice muore, Orfeo si convince di poter vincere anche Ade. Ovviamente si sbaglia: Euridice non torna, non può tornare.

Riprendendo il lavoro di approfondimento sulla drammaturgia di Eduardo, Luca De Filippo presenta in veste di protagonista e regista l’11 febbraio «Non ti pago», commedia tra le più brillanti del repertorio eduardiano che lo stesso drammaturgo napoletano ha definito «una commedia molto comica che secondo me è la più tragica che io abbia mai scritto». La commedia parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari di un’umanità dolente e sfaccendata, che nella cruda realtà quotidiana fatta di paure, angosce e miseria non rinuncia però alla speranza, all’illusione, all’attesa di un colpo di fortuna che regali un futuro migliore.

Il 16 febbraio una splendida Sabrina Ferilli è la protagonista con Maurizio Micheli, che firma anche la regia, e Pino Quartullo di «Signori… le paté de la maison!», una commedia brillante, a tratti grottesca, dai risvolti amari, scandita da una cena piena di rivelazioni. È la versione italiana della pièce francese «Le Prénom» di Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière, successo a Parigi nel 2010, film nel 2012 a opera degli stessi autori (da noi «Cena tra amici») e poi ancora nel 2015 («Il nome del figlio», regia di Francesca Archibugi).  

Alessandro Preziosi raccoglie la sfida, tutta teatrale, di mettere in scena il prototipo del seduttore senza scrupoli, che fa dell’inganno ai danni delle donne da lui disonorate un vero e proprio vanto. Il «Don Giovanni» di Molière, in scena il 24 febbraio, si pone al confine tra teatro barocco e opera moderna e dà vita a un personaggio autentico, funambolo del trasformismo. Uno spettacolo complesso, allestito con la collaborazione artistica e i movimenti scenici del grande regista russo (scomparso lo scorso anno) Nikolaj Karpov, che vede impegnata una compagnia di circa venticinque elementi tra attori e tecnici. 

Se il genio irriverente di Moravia si fonde con la grande commedia napoletana il divertimento è assicurato. Il Verdi incontra il 3 marzo la comicità di Vincenzo Salemme, protagonista con il suo nuovo lavoro teatrale «Sogni e bisogni», pièce liberamente ispirata al romanzo di Alberto Moravia «Io e lui».

La stagione prosegue il 15 marzo con «La scuola», un testo di Domenico Starnone già cult teatrale e cinematografico degli anni Novanta, ripreso ora dopo vent’anni da Silvio Orlando. Cosa è cambiato in questi due decenni nel mondo della scuola? Da questa domanda scaturisce il nuovo spettacolo, popolato da personaggi esilaranti, giudici impassibili e compassionevoli al tempo stesso. La regia, ieri come oggi, è di Daniele Luchetti. In scena, accanto a Silvio Orlando, la bravissima Marina Massironi.

Alessio Boni e Marcello Prayer sono gli interpreti, il 30 marzo, de «I Duellanti», intrigantissimo romanzo di Joseph Conrad. Una storia esemplare, scritta da uno dei più grandi autori europei di inizio Novecento. Un’opera su un mondo in rapida estinzione, e al tempo stesso un capolavoro dell’assurdo, che racconta come i fili della vita e del destino a volte sfuggano di mano superando ogni buon senso e prevedibilità.

La grande danza chiude la stagione il 5 aprile con «Masters of Dance», un omaggio a tre grandi coreografi europei firmato «Tulsa Ballet», compagnia americana diretta da Marcello Angelini che spazia dai grandi classici dell’Ottocento a lavori innovativi nel campo della danza contemporanea. A Brindisi presenta «Rooster», uno dei pezzi più popolari del coreografo Christopher Bruce, ispirato alla rivoluzione sessuale degli anni Sessanta, sulla musica dei Rolling Stones; il secondo titolo in programma è «Petite mort», capolavoro su due concerti di Mozart del maestro ceco Jiří Kylián, tra i massimi interpreti della coreografia contemporanea; chiude il set «Classical Symphony», opera di Yuri Possokhov che riporta ad atmosfere cariche di fisicità. Quest’ultimo balletto figura nel repertorio del «San Francisco Ballet» e del «Bolshoi».