Attesissima, arriva al Teatro Verdi di Brindisi, dove sarà in scena martedì 15 marzo (sipario ore 20.30), «La scuola», commedia diretta da Daniele Luchetti che vede protagonista uno strepitoso Silvio Orlando, affiancato da un cast di attori popolari. Per l’interprete partenopeo un ritorno nel politeama brindisino, dopo il successo con il «Mercante di Venezia» del 2013. Era il 1992 quando andò in scena per la prima volta «Sottobanco»: lo spettacolo, interpretato da un gruppo di attori eccezionali capitanato da Silvio Orlando e diretto da Daniele Luchetti, divenne presto un cult, antesignano di tutto il filone di ambientazione scolastica tra cui anche la trasposizione cinematografica del 1995 della stessa pièce, che prese il titolo «La scuola».
A distanza di oltre vent’anni, durante i quali Luchetti ha realizzato diversi film di successo (tra cui «Il portaborse», «Arriva la bufera», «I piccoli maestri», «Mio fratello è figlio unico», «La nostra vita» e «Anni felici») e Orlando ha alternato cinema a teatro, i due ritornano dunque sui banchi di scuola. Il testo è tratto dalla produzione letteraria di Domenico Starnone. È tempo di scrutini in un malandato istituto tecnico alla periferia di Roma.
La sala insegnanti è inagibile e ai docenti tocca riunirsi in palestra, a discutere i destini di un gruppo di alunni non proprio diligenti. A polarizzare la discussione è l’allievo Cardini, che manifesta la sua sofferenza adolescenziale attraverso un ostinato mutismo, rotto solo dal ronzio di mosca che riesce a imitare alla perfezione. Sul suo caso si scontrano le opposte visioni del ruolo educativo: da un lato il prof. Cozzolino, insegnante di lettere idealista e appassionato, e la professoressa Baccalauro, sempre dalla parte dei ragazzi; dall’altro il reazionario prof. Mortillaro, convinto che «c’è chi è nato per zappare», e il doppiolavorista Cirotta, interessato solo a corteggiare le ragazze.
Il sognatore Cozzolino, interpretato da Silvio Orlando, si pronuncia a favore di Cardini: per lui il ragazzo esprime il proprio lato creativo, e così la mosca diventa il simbolo di tutti coloro che si sentono prigionieri di un sistema scolastico che non funziona, oggi come vent’anni fa. «Ho deciso di riportare in scena lo spettacolo più importante della mia carriera – ha spiegato Silvio Orlando – perché fu un evento straordinario, entusiasmante, con una forte presa sul pubblico e a vent’anni di distanza è davvero interessante fare un bilancio sulla scuola e vedere cos’è successo da quel punto in poi». Ma cosa è successo in questo doppio decennio? «Temi e problemi sono gli stessi di allora, nella scuola – ha continuato l’attore napoletano -. Lo spettacolo nacque profetico. Non abbiamo più le utopie degli anni Settanta, e fin qui si può capire, ma nemmeno una scuola inclusiva e solidale. Anche quella pubblica è selettiva. Chi resta indietro, o ha meno di altri, fa fatica. Come la leva per alcuni aspetti, la scuola insegnava ad aiutare il compagno in difficoltà.
Oggi ci sono élite e il resto sta dietro. Ho molta nostalgia della migliore scuola pubblica italiana. Ma facciamo ancora lo spettacolo per guardare avanti». Di tanto in tanto, nel delimitato ambiente scolastico si insinua la realtà esterna: le speranze e le amicizie dei ragazzi, gli scontri generazionali, gli amori, le situazioni paradossali. Gli scrutini non sono solo i risultati dell’andamento scolastico, ma dicono chi ce la fa e chi torna indietro, chi ha ragione e chi sbaglia, chi è il professore bravo e chi è odiato, chi ha la stoffa del leader e chi è destinato a rimanere sulla scia. Il dialogo brillante ne fa uno spettacolo irresistibilmente comico. Accanto a Silvio Orlando, un cast di straordinario spessore composto da Vittorio Ciorcarlo, Roberto Citran, Marina Massironi, Roberto Nobile, Antonio Petrocelli e Maria Laura Rondanini. Si comincia alle ore 20.30 Durata: due ore più intervallo
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