Palazzina LAF: i tarantini Riondino e Diodato candidati ai David di Donatello

Sono cinque le candidature al premio cinematografico David di Donatello per Palazzina LAF, l’opera prima da regista dell’attore tarantino Michele Riondino: il film ambientato all’ex Ilva, reduce dal lusinghiero risultato al botteghino che lo ha visto tra i film più apprezzati della scorsa stagione cinematografica, si appresta a conquistare l’Accademia del Cinema Italiano in ben cinque categorie. Michele Riondino è candidato come miglior attore protagonista, miglior regista esordiente e miglior sceneggiatore (insieme a Maurizio Braucci); una candidatura va a Elio Germano come miglior attore non protagonista, mentre il cantautore Antonio Diodato, anch’egli tarantino, è in lizza per la miglior canzone con “La mia terra”.
Ancora nessuna dichiarazione ufficiale da parte di Riondino, mentre Diodato (che con lo stesso brano è in lista anche per il Premio Amnesty International Italia sezione Big di Voci per la Libertà per la migliore canzone sui diritti umani del 2023), ha scritto sui propri profili social: “La mia terra è una canzone importantissima per me, perché mi ha permesso di affrontare emozioni che mi portavo dentro da tanti anni e che hanno ispirato immagini, note e parole di molti miei brani. È una canzone che porta dentro guerra, destino, amore e speranza. E sono felicissimo di dare un piccolo contributo a un grande film come Palazzina LAF, esordio alla regia di mio fratello Michele Riondino con cui condivido battaglie, gioie e dolori di una terra che continua a sanguinare davanti a tanta indifferenza e pur splendere sotto il sole del Sud”.
“Palazzina Laf” racconta le vicende di circa ottanta impiegati qualificati dell’Ilva di Taranto che, opponendosi alla novazione del contratto che ne imponeva il declassamento a operai, negli anni Novanta furono confinati (senza fare niente per otto ore al giorno) nella palazzina dell’acciaieria che dà il titolo al lungometraggio. Per quelle decisioni, che rappresentano uno dei primi casi di mobbing di cui si sia occupata la giurisprudenza italiana, i vertici dell’Ilva (proprietari e dirigenti) furono condannati per violenza privata e tenuti a risarcire con consistenti somme tutti i dipendenti colpiti dal provvedimento.
Nel film recitano anche l’attrice latianese Vanessa Scalera e il cegliese Giuseppe Ciciriello.
Marina Poci
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