Statua ai marinai caduti, cent’anni dopo svelato il mistero: ecco chi era la modella brindisina

di Gianmarco Di Napoli

Un segreto durato un secolo e che oggi la famiglia ci affida perché è arrivato il tempo di svelarlo, giusto cento anni dopo la tragedia della “Benedetto Brin”, quando ormai da quasi altrettanto tempo quella statua di donna con lo sguardo basso e con un’espressione di profonda tristezza domina il sacrario dedicato ai marinai morti e l’intero cimitero di Brindisi.
La modella che posò per quella statua era una giovane donna brindisina, moglie e madre, che non poté mai rivelare la sua identità perché sarebbe stato uno scandalo. Chi posava all’epoca era considerata donna di facili costumi. Ancor più perché lo scultore aveva scelto di lasciare a quella immagine disperata che rappresentava una madre china, che aveva perso i suoi figli in guerra, una spalla leggermente scoperta. Uno scandalo per quei tempi, che sarebbe andato a pregiudicare la moralità di una giovane donna che, più moderna degli anni che viveva, aveva deciso di mettere il suo volto a disposizione della Patria.
Il 27 settembre 1915 la corazzata Benedetto Brin esplode nel porto medio di Brindisi: muoiono 456 marinai italiani. E’ una tragedia senza precedenti per la Marina italiana. Le vittime vengono sepolte in un’area del cimitero messa a disposizione dal Comune che viene invasa da oltre 400 croci bianche. Il governo vuole però che al centro venga posta una statua che raffiguri il dolore della Patria per l’immane tragedia. E incarica uno scultore di realizzarla.
L’artista ha bisogno di una modella cui ispirarsi. In quel momento Brindisi fa parte della provincia di Lecce che è divisa in quattro circondari e ha una popolazione di 25 mila abitanti, poco più di Ostuni (21 mila), Francavilla (20 mila) e Ceglie (17 mila). E’ insomma un paesino agricolo in cui si stanno costruendo la nuova scuola elementare Perasso, il teatro Verdi e in cui lo sviluppo edilizio popolare si sposta sulle collinette verdeggianti del Casale.
Rocco Piccione è un marittimo che abita in via Bernardo de Rojas, stradina del quartiere di via Lata, uno dei rioni storici insieme a San Pietro degli Schiavoni e Sciabiche. Viene a sapere che uno scultore incaricato di realizzare una statua per i morti della Brin è alla ricerca di una modella. Proprio di fronte a casa sua abita una splendida donna di trent’anni: Anna Maria De’ Ventura è altissima per quegli anni, quasi un metro e 80. Capelli fluenti, sguardo fiero, profilo greco, un portamento che tradisce probabili origini nobiliari, così come il suo cognome. Suo marito Luigi Iaia se l’è andata a prendere nel borgo di Tuturano. Anna Maria è già mamma e le sue giornate trascorrono tra la casa di via Rojas, la chiesa delle Anime e il mercato. L’Italia è in guerra e il marito è al servizio della Patria.
Il vicino di casa contatta lo scultore e gli segnala la presenza di questa donna bellissima che potrebbe essere una modella perfetta per la sua statua di bronzo e così lo conduce sino a casa sua a conoscerla. Lei è perplessa, ma tutti quei ragazzi morti l’hanno colpita profondamente. E così decide di posare, gratis.
Poi però, qualche giorno dopo, rinuncia. Ha saputo che dovrà avere una spalla leggermente scoperta. Sarebbe uno scandalo per una donna seria e maritata. Lo scultore non vuole rinunciare a lei e arrivano a un compromesso: poserà ma nessuno mai dovrà conoscere l’identità della modella.
Lo scultore realizza una statua in gesso che poi diventa un calco e da qui, in una fonderia, viene realizzata la statua. Un’opera splendida, come conferma il critico d’arte Massimo Guastella che ha dedicato al bronzo lunghi studi cercando di risalire all’identità dell’autore e alla fonderia. Anche questi (come fino ad oggi l’identità della modella) sono sconosciuti, al punto che il professor Guastella ha soprannominato quella statua “La misteriosa”.
Non si hanno notizie sulla cerimonia con cui viene collocata nel cuore del cimitero di Brindisi. Ma di certo lo scultore mantiene il suo impegno e non rivela il nome della modella. Anna Maria, che quasi ogni mattina si reca al cimitero per deporvi dei fiori, vorrebbe mantenere il segreto per sempre ma quando il marito torna dalla guerra, un vicino di casa gli rivela tutto. E scoppia il finimondo. Ma durerà poco.
Luigi Iaia, lasciata la divisa, riprende a lavorare allestendo i banconi di vendita per i contadini che ogni mattina vengono a Brindisi a vendere i loro ortaggi in piazza Mercato. Un mestiere che poi erediteranno i suoi figli. Passata la burrasca dopo la lite e riappacificatosi con la moglie, la vita di famiglia procede regolarmente e il segreto di Anna Maria viene rispettato.
Ogni anno a novembre, durante la cerimonia di commemorazione dei caduti in guerra nel cimitero, don Augusto Pizzigallo, cappellano militare e sacerdote plenipotenziario a Brindisi, ricordava ai fedeli che la statua della donna triste raffigurava davvero una mamma brindisina. Anna Maria era sempre lì, sorrideva a quelle parole e taceva, ascoltando i commenti delle altre donne. E quando i suoi bambini diventati grandi le chiedevano perché mai ogni volta portasse fiori a quella statua, rispondeva: “Perché quella donna sono io”.
La stessa domanda che si poneva la pronipote Lucia Malfitano quando la mamma Rosanna Stasi portava i fiori sotto quella statua, tanti anni dopo: “E’ la tua bisnonna”, le spiegò.
Anna Maria De’ Ventura, che era nata nel 1885, ha lasciato questa terra il 3 aprile 1962. Qualche giorno dopo uno dei figli incontrò il vescovo Nicola Margiotta portandogli i documenti di quasi mezzo secolo prima su cui era attestato che la mamma era la misteriosa modella della statua dei marinai caduti, impegnandosi a mantenere il silenzio. E celebrando in suo onore una messa.
Nel corso degli anni, per due volte, i ladri hanno cercato di rubare la statua, una volta persino tentando di sradicarla con una gru. Ma non ce l’hanno fatta. Ora, cent’anni dopo, la “Misteriosa” rivela la sua identità. Quella di una donna brindisina molto più moderna dei suoi tempi e di una famiglia che ha saputo custodire il suo tenero segreto. Sarebbe ora che quella statua tornasse nel suo splendore originario e che una targhetta ricordasse il nome di Anna Maria De’ Ventura, madre dei Caduti in mare di Brindisi. Finalmente libera di svelare a tutti il suo amore per la Patria.