Gruppo Archeo: “Ora riscopriremo i messaggi incisi dai pellegrini sui muri del Tempietto”

Dal Gruppo Archeo di Brindisi, da sempre sensibile al recupero dei beni storici e monumentali, riceviamo e pubblichiamo questo intervento.

Finalmente, dopo anni di attesa, il frutteto annesso alla chiesa di San Giovanni al Sepolcro sarà aperto al pubblico.
La bonifica e riqualifica dell’area, oltre a garantire alla già visitatissima chiesa una maggiore vitalità e fruizione, offrirà ai visitatori la possibilità di concludere la visita del monumento toccando anche la parte esterna, retrostante, a lungo rimasta in ombra, nonostante la sua notevole importanza.

Si potrà dunque continuare a godere dell’inestimabile ricchezza storico-artistica dell’emblematico monumento che, non rimane circoscritta al meraviglioso portale d’ingresso o al misticismo celato tra le colonne e i capitelli che scandiscono l’ambiente interno, ma prosegue anche all’esterno, ed è celata nei numerosi simboli incisi lungo i muri perimetrali.

Il repertorio dei simboli, incisi a sgraffio sui conci del tempio, fornisce infatti un’inestimabile testimonianza della forma espressiva in uso tra i pellegrini che, nel corso dei secoli, hanno trovato in Brindisi, tappa obbligata da e per la Terrasanta.

Questo “linguaggio dei pellegrini” che talvolta assume la forma di una croce, a volte di un cerchio concentrico, racchiude diversi significati, o meglio interpretazioni, che vanno dalla valenza di natura prettamente commemorativa, a quella devozionale, di percorso o di calvario spirituale, o ancora, di contatto con il divino.

Dal frutteto saranno visibili, oltre all’eterogenea rassegna di croci e di cerchi anche una croce su triangolo (Monte Calvario), una scritta (stephanus), un fiore della vita, una croce inscritta in un rombo e numerosi cerchi concentrici; alcuni dei su citati, già studiati e pubblicati dal direttore del Gruppo Archeo.
In aggiunta, sempre dal frutteto si potrà, seppur lavorando un po’ di fantasia, fare un salto nella Brindisi romana: il rinvenimento di mosaici, attestati dalle indagini archeologiche effettuate nell’area nel 1969, testimoniarono infatti l’impianto della domus, in parte già visibile dall’oculo presente sul piano di calpestio all’interno della chiesa.

Ma oltre a soddisfare esigenze più propriamente culturali, il cortile potrà anche fungere da polmone verde e accogliere chiunque sia alla ricerca di una piccola oasi immersa nel verde in cui trascorrere ore d’ozio o trovar ristoro lontano dal traffico, rimanendo nel centro storico; Brindisi è infatti priva di una cosiddetta “Villa Comunale”, un tempo rappresentata dal parco delle rimembranze, (ormai ridotto a piccola piazza alberata circondata dal traffico veicolare).
Siamo dunque in fervente attesa di poter godere di questo altro piccolo gioiello che Brindisi ha a lungo gelosamente custodito.

Antonella Romano
Vice direttore del Gruppo Archeo