Zuccherificio Sfir, il 50 percento dell’azienda passa agli americani

La Sfir di Brindisi cambia proprietà. Il 50 percento posseduto fino a ieri dalla società tedesca Ed&Man, costretta nel 2012 dall’Antitrust dell’Unione Europea ad abbandonare lo zuccherificio brindisino per la sua posizione dominante sul mercato continentale, diventa stelle e strisce.
Gli statunitensi dell’ “American sugar”, primo produttore mondiale di zucchero da canna, l’hanno infatti spuntata nella contesa per l’aggiudicazione dell’imponente partecipazione societaria, che li ha visti duellare a suon di milioni contro il colosso francese della “Louis Dreyfus”.

A comunicarlo è lo stesso gruppo Sfir che aveva indetto la gara internazionale dopo l’addio dei tedeschi. Asr group è il maggiore produttore e distributore mondiale di zucchero di canna raffinato. Opera negli Stati uniti, in Canada, in Messico, nella Repubblica domenica, nel Regno Unito e in Portogallo. Produce più di 5 milioni di tonnellate di zucchero raffinato, la cui materia prima proviene da oltre 40 paesi diversi. A completare il quadro, un’esperienza di oltre 150 anni e la distribuzione di prodotti con marchi leader in Europa, America, Asia e Medio Oriente.
Numeri, quelli collezionati dall’American Sugar, che si aggiungeranno a quelli macinati da Sfir, che vanta al suo attivo mezzo miliardo di fatturato consolidato e mezzo secolo di storia.

Il matrimonio garantirà interessi a entrambi. Ai proprietari italiani dell’impianto brindisino occorreva un socio di grosso calibro, pronto a macinare contratti pluriennali in mezzo mondo, senza risentire della volatilità dei prezzi della materia prima. E agli americani, decisi a conquistare il vecchio continente, un impianto affacciato sul Mediterrano quale è quello di Brindisi (il secondo più grande d’Europa con le sue 300mila tonnellate di greggio lavorate ogni anno per 285 milioni di ricavi), è tutto ciò di cui avevano bisogno. E su cui, si spera, investire.