Non capita molto spesso, neanche a chi come me è un assiduo frequentatore del mare in ogni stagione e subacqueo di lungo corso, di incappare in una tartaruga marina, un animale che pur non essendo rarissimo nel mediterraneo, difficilmente viene a contatto diretto con l’uomo. Qualche volta mi è capitato di imbattermi in belli esemplari in ottima salute, altre volte, purtroppo, in carcasse sia a riva che in fondo al mare.
Nel primissimo pomeriggio di oggi, invece, le mie figlie mi hanno avvisato che, durante una passeggiata fuori stagione al Granchio Rosso, avevano notato una tartaruga del genere caretta caretta, in evidente difficoltà, spiaggiata sulla lingua di scogli che dal lido porta verso la antica torre di avvistamento di Punta Penne. Senza pensarci due volte mi sono recato immediatamente sul posto digitando immediatamente dal mio cellulare il numero di pronto intervento della Guardia Costiera, il 1530, che mi ha messo in contato con chi di dovere ed ho atteso il loro arrivo.
Dopo pochi minuti, infati, sono giunti gli uomini della Capitaneria di Porto di Brindisi.
La povera bestiola, tanto grossa che non entrava nei masconi solitamente utilizzati per il trasporto di questi animali, si muoveva a stento ed aveva gli occhi gonfi; una volta tirata fuori dall’acqua per essere messa sul pick-up dei soccorritori, si è notata qualche goccia di sangue che usciva dalla bocca, forse per avere ingoiato degli ami da pesca, ma non aveva segni esteriori di lesione né sul corpo né sul grosso carapace, come capita quando viene investita dalle eliche di qualche scafo.
Non so se riuscirà a sopravvivere, dal momento che sembrava davvero malconcia, ma mi piace pensare che, supportata dalle cure veterinarie degli specialisti, possa la prossima estate tornare a solcare il nostro mare.
Alessandro Caiulo