Doveva essere la celebrazione dei 20 anni di Forza Italia con una festa programmata solo in Puglia e curata dal suo “delfino”, Raffaele Fitto. E invece la kermesse organizzata quest’oggi a Bitritto (alle porte di Bari) è sembrata il funerale politico di Raffaele Fitto, la fine della sua reggenza in Puglia, la voglia di voltar pagina che passa attraverso una delegittimazione di colui il quale negli ultimi tre lustri è stato l’uomo forte del centrodestra nella regione, il braccio operante del Cavaliere. Lui, Silvio, non solo non s’è visto ma non ha neanche telefonato, come usa fare spesso durante le convention, né ha inviato un messaggio. Nulla. Ha snobbato completamente la festa che gli avevano dedicato. Berlusconi era attesissimo da fedelissimi giunti da ogni parte della Puglia.
Circa tremila persone che hanno aderito alla manifestazione denominata ottimisticamente “Orgoglio azzurro”. Decine di pullman e un maxischermo allestito all’esterno del Palatour sul quale scorreva il rullo di vent’anni di storia di Forza Italia, sempre con Berlusconi e Fitto in primo piano. Fuori a suonare anche una banda. La manifestazione è stata aperta con l’inno di Mameli e poi con un saluto ai familiari dei due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone in onore dei quali all’ingresso era stato distribuito un braccialetto giallo con la scritta “Marò, orgoglio italiano”. Nel suo discorso, Fitto ha sciorinato il solito copione della persecuzione a Berlusconi e dei tentativi di eliminarlo dalla scena italiana. E tutti aspettavano il colpo a sorpresa, l’arrivo del Cavaliere o almeno la sua voce.
E invece si è cominciato a capire che qualcosa andava male quando l’ex governatore della Puglia ha spiegato che “avremmo avuto molto piacere che oggi Berlusconi fosse qui perché avrebbe avuto un’ulteriore spinta della Puglia a continuare”. Il tono del discorso di Fitto ha assunto le sembianze di una vera preghiera quando rivolgendosi al Cavaliere ha detto: “La lealtà, caro presidente, ci impone di esserti sempre vicino, ma tu ascolta il nostro impegno per costruire il futuro del partito”. Un’invocazione alla quale però il Cav non ha risposto. Poi con un fuori programma non previsto dall’ordine del giorno, ma forse dettato dalla constatazione che Berlusconi ha ormai individuato protagonisti diversi da Fitto per il rilancio di Forza Italia, ha esclamato: “Non c’è un erede di Berlusconi. Noi siamo intorno a Berlusconi”. Infine un tentativo di spiegare perché il Cavaliere non ha degnato la kermesse barese non solo della sua presenza, ma neanche di una telefonata, di un messaggio registrato e nemmeno di un sms: “Il presidente Berlusconi si troverà di fronte ad appuntamenti molto difficili per via di ragioni extra politici molto gravi che sono state portate contro di lui”.
Gli intervenuti sono apparsi molto delusi per l’assenza del Cavaliere ma soprattutto hanno interpretato questa scelta clamorosa come un decisivo cambio di direzione. Evidentemente nel futuro di Forza Italia, l’ex ministro e l’ex presidente della Regione Raffaele Fitto non viene considerato come un punto di riferimento imprenscindibile per la Puglia, come era stato finora.
Un decisivo cambio di direzione che potrebbe essere stato dettato in parte da una nuova linea del partito consigliata da Giovanni Toti, il giornalista che da qualche mese è diventato l’ombra del Cavaliere. In parte dal recente colloquio con Matteo Renzi che ha aperto a Berlusconi una via per un possibile reinserimento nella vita politica italiana, che non può passare da un capillare rinnovamento della struttura di quello che fu il suo partito.
E così i vent’anni celebrati a Bitritto da Fitto non sono stati la celebrazione di una rinascita, come sperava l’ex governatore, ma forse la fine inevitabile della sua leader-ship nel centrodestra pugliese.