Papà, avresti voluto maschio o femmina?

Il padre è, a differenza della madre, un “oggetto d’amore da acquisire” (Gaddini 1989), e la sua presenza diventa importante intorno alla seconda metà del primo anno di vita per la sua funzione diretta sullo sviluppo psicosessuale della prole. Egli è colui che detta le regole, tuttavia senza assumere un ruolo “rigido”, ma autorevole. L’autorevolezza è un comportamento, ( più che un atteggiamento), che colloca il padre in un’area intermedia tra la sicurezza che gli proviene dalla forza, (autorità), la comprensione e la benevolenza che gli provengono dall’amore. 

Quando al padre manca questa forza è come se al bambino crollasse il mondo esterno. Il bambino non può permettersi che a suo padre manchino la forza e il coraggio per proteggerlo. Il padre deve svolgere una funzione diversa da quella della madre, perché per il bambino è importante avere, fin dai primi anni, un modello chiaro e non confusivo di ciò che è maschile e di ciò che è femminile.
Per essere padre non basta essere genitore, riconoscere l’evento naturale, bisogna compiere un atto, mostrare cioè la volontà e il desiderio di riconoscere il figlio, conoscere il figlio e il rapporto che si ha con lui.
Il Padre non fa anche quando agisce. Al padre, più ancora di quello che ha fatto, viene oggi addebitato quello che non ha fatto. Quello che non ha detto più di quello che ha detto. Di non spiegare e sostenere il proprio punto di vista, di essere presente tacendo, di non avere risposto ai figli o alla moglie; soprattutto gli viene rinfacciato dai figli, di tacere di fronte ai risultati che hanno raggiunto con fatica e sacrificio lottando, non per la cosa in sé, ma per ricevere il suo apprezzamento.
In secondo luogo il padre interviene direttamente sul figlio maschio, in quanto con la relazione, anch’essa privilegiata, che istaura con lui, facilita il distacco dalla madre nel momento in cui sorge il conflitto tra il bisogno di restare attaccato a lei e quello di raggiungere la propria autonomia. Ciò comporta un passo importante nello sviluppo psicosessuale: l’inizio dell’uscita dallo stato di bisogno e la capacità di controllare le pulsioni per “timore” (il timore è qualcosa diverso dalla paura ,implica infatti anche ammirazione per la persona che impone la norma) di una proibizione che non proviene dalla madre. Il padre quindi dovrebbe poter essere “ idealizzato” per favorire sia il processo di identificazione del figlio maschio che quello di complementarietà della figlia femmina.
Per il figlio maschio distaccarsi dalla madre significa anche riconoscersi come diverso da lei, come appartenente cioè ad un altro sesso, ed è in questo delicato passaggio che la figura paterna dovrebbe rappresentare il modello comportamentale da imitare.
Per la femmina il distacco dalla madre è reso difficile non solo dal legame che si è istaurato nei primi anni, ma anche dall’essere lei simile alla madre. Per la bambina sarà allora necessario percepirsi sì come femmina, ma distinta dalla madre. Questo potrà avvenire grazie all’intervento del padre, il quale rappresenterà lo specchio che rifletterà la femminilità in boccio; è il padre che dovrà far sentire la figlia desiderabile, attraente e oggetto delle sue attenzioni.
Al padre, che sembra aver perso questa funzione di regolatore della vita sociale e dello sviluppo morale del figlio, si sta sostituendo un altro padre fino ad ora sconosciuto e molto più indefinito:
il padre maternizzato, quello che con gioia di tutti si prende cura del figlio piccolo. Il padre autoritario impedisce la mancata conferma della femminilità offerta dallo stesso. Nello stesso modo questo tipo di padre non riesce ad avere un buon rapporto neanche con il figlio maschio, visto a livello inconscio come rivale in ogni campo.
Il padre assente lo è perché si interessa al lavoro, o assente per morte, oppure debole come figura ed insicuro, dominato da figure femminili autoritarie (moglie, madre). Anche in questo caso, alla figlia femmina mancherà la figura del padre “specchio” della propria femminilità nascente; e al figlio maschio il modello maschile con il quale identificarsi.
Vista l’attuale modificazione dell’identità femminile, che richiede una modificazione dell’identità maschile e della coppia, per quanto riguarda sia l’acquisizione dell’identità sessuale che l’aiuto necessario per l’inserimento nel mondo del lavoro; la domanda che ci poniamo è questa: saranno in grado gli uomini di oggi di inventare un tipo di padre che risponda ai nuovi bisogni?

Dott.ssa Federica Protopapa
Dott. Luigi Persano