Il web non può sostituire la baby-sitter: un luogo di incontri pericolosi sul quale i genitori devono vigilare

“Tutte le famiglie felici sono simili fra loro, ogni famiglia infelice lo è a modo suo. “ ( Anna Karenina )

Sulla base di quanto riportato dall’ISTAT : in Italia nel 2010 nell’ 81,8% delle famiglie con almeno un minorenne è presente un computer e nel 74,7% è presente l’accesso a internet, con incremento costante dell’utilizzo della rete. La stessa fonte attesta che il 51% della popolazione dai 3 anni di età in su ha utilizzato il computer e il 48,9% dei bambini dai 6 anni di età ha navigato su internet. Tale attestazione è servita a dimostrare come l’utilizzo di internet da parte delle famiglie italiane fosse aumentato esponenzialmente nel corso di pochi anni. Nel 2005 oltre il 34% delle famiglie italiane possedeva l’accesso ad internet e nel caso specifico di famiglie con almeno un figlio minorenne la percentuale saliva al 51% (dati Telefono Azzurro-Eurispes 2005). Oggi nel 2014 con iPad, iphone e cellulari ultima generazione. è aumentato l’uso di internet all’interno delle famiglie italiane. I bambini e gli adolescenti hanno ricoperto un ruolo di primo piano nell’accesso alla rete.
I ragazzi di oggi vivono immersi nella tecnologia: social network, giochi on line, blog; così come: fare amicizia, condividere un interesse, innamorarsi, si fa anche attraverso la rete. L’estrema confidenza che i giovani hanno col web, li conduce talvolta a valicare i confini della prudenza e, cavalcando la loro naturale curiosità, entrano in contatto con soggetti che, sotto mentite spoglie, li inducono a parlare di sesso, a condividere immagini pedopornografiche, a comportarsi da bulli, e loro facilmente cadono nell’inganno. Il contatto diventa post, e dopo amicizia, amore, desiderio, per poi trasformarsi in paura, dolore, vergogna, ricatto. Questo è l’adescamento: un lungo e certosino lavoro di manipolazione che soggetti adulti compiono sul web per avvicinare minori, carpirne la fiducia, per indurii a fare cose che non sono adatte alla loro età, per obbligarli a fotografare e filmare il privato che diventa pubblico su internet.
Quando è troppo tardi, il silenzio è l’unica strada che si offre ai giovani così il problema della tutela dei minori si rivela necessario e opportuno.
Come tutelare i giovani navigatori del web dai siti illegali e dal contenuto diseducativo? In che modo la società educante può intervenire?
Un buon punto di partenza rimane l’uso comune del pc in famiglia, il costante aiuto e l’insegnamento da parte di genitori ed educatori. Solo educando i ragazzi ad un corretto utilizzo del computer e della rete e fornendo loro regole chiare, è possibile far sì che internet rimanga per bambini e adolescenti un luogo di ricerca, approfondimento, divertimento e positiva socializzazione.
Ma chi educata gli educatori?
E’ essenziale che anche la famiglia e la scuola facciano la loro parte, quali principali agenzie educative per i ragazzi, evitando che gli stessi possano trovare rifugio nella nicchia mediatica. I rischi sono tanti e si rendono necessarie ulteriori forme di tutela nei confronti di contenuti pericolosi, come costituire e rendere operativa in Italia una linea in servizio 24 ore su 24 che permetta, a chi naviga in internet, di segnalare contenuti pedopornografici o potenzialmente pericolosi per bambini e adolescenti, così da contrastarne la diffusione e limitarne l’accessibilità in rete. Una volta segnalati questi contenuti bisognerebbe creare una sinergia con le esperienze di altre associazioni impegnate nello stesso ambito operativo .
Qualche suggerimento potremmo tentare di darlo: non bisognerebbe fornire mai informazioni personali agli sconosciuti sul web, non bisognerebbe accettare mai di incontrarsi personalmente con loro, non inviare foto o video, non entrare in siti a pagamento. Ai genitori si raccomanda di controllare i propri figli, non lasciarli da soli quando entrano nella rete, controllare la cronologia dei siti web da loro visitati, mettendo il pc in una stanza centrale della casa, utilizzando software di protezione e non trattando il pc come surrogato delle baby-sitter.
Tramite il web chiunque può assumere false identità. La formazione/informazione è l’unica arma vincente per le nuove generazioni: occorre puntare su di essa in un’ottica di rinnovamento delle coscienze; gli adulti devono fare la loro parte e resistere alla tentazione di mettere ad esempio foto di bambini su facebook, difficile è indirizzare la via ai nostri figli se la via giusta non la percorriamo noi.
Il web può essere condivisione con gli amici, quegli amici che si incontrano a scuola, che fanno parte della vita reale; oppure può essere fuga proprio dalla realtà, teatro di false opportunità, nuove occasioni. Come può allora la famiglia non interrogarsi?
Dietro i sorrisi sfuggevoli all’orario dei pasti, se pure, dietro la famiglia perfettamente organizzata per svaghi, sport, lavoro, cosa si cela? Cosa si condivide veramente? E quali sono i tempi dello stare veramente insieme?
L’omologazione culturale ha cancellato dall’orizzonte le
“piccole patrie”, le cui luci brillano ormai nel rimpianto,
memorie sempre più labili di stelle scomparse.
“Come polli d’allevamento”, gli italiani hanno indi accettato
la nuova sacralità, non nominata, della merce
e del suo consumo”: è questa la nuova società nella quale
oggi ci muoviamo, testimoni e vittime dei lutti culturali.
Pier Paolo Pasolini

Dott.ssa Federica Protopapa
Dott. Luigi Persano