Perché certe volte il matrimonio è così difficile? Perché alcune relazioni funzionano come se fossero treni giapponesi per tutta la vita, mentre altri esplodono letteralmente come bombe atomiche? E come si può impedire che un matrimonio vada male o come si può salvarne uno che è già fallito? Sono queste le domande che spesso ci poniamo nel nostro lavoro di consulenti e mediatori familiari.
Le coppie felicemente sposate non sono più intelligenti, più ricche o più astute delle altre; sicuramente nella loro vita quotidiana hanno messo in moto una comunicazione che impedisce ai loro pensieri e sentimenti negativi, ( che tutte le coppie hanno), ad avere la meglio su quelli positivi. Cioè hanno dato spazio non solo, ad una sola comunicazione funzionale, ma hanno imparato a dare spazio ad una comunicazione emotiva. Dare vita ad un matrimonio emotivamente intelligente, significa coinvolgere in una comunicazione empatica non solo la coppia, ma tutto l’intero sistema familiare (figli, parenti , ecc ).
Una delle chiavi di un positivo rapporto di coppia è dunque l’intelligenza emotiva, che ha sicuramente un impatto benefico su moltissimi settori della vita di relazione : dal mondo della scuola, al mondo del lavoro e all’educazione dei figli. Le cose che contano sono l’empatia, l’attrazione verso l’altro, la tenacia, l’autocontrollo, l’abilità di comprendere i sentimenti altrui al di là delle parole; ed anche al di là del concetto astratto del quoziente intellettivo dei membri della coppia.
A prescindere quindi, dal quoziente d’intelligenza, più si è in contatto con le emozioni, più si è capaci di comprendere l’altro e di andare d’accordo tra coniugi.
La relazione sarà vissuta con grande felicità se ognuno rispetta e onora in assoluta reciprocità il proprio matrimonio.
E’ scientificamente provato che le persone felicemente sposate vivono molto meglio e godono di una maggiore salute rispetto ai divorziati o a chi non è contento del proprio.
Gli scienziati sono sicuri di queste differenze, ma non sono certi del motivo. I coniugi, quando un matrimonio finisce, capiscono che non funzionava solo quando è troppo tardi. Certo una separazione ed un divorzio tranquillo sono meglio di un matrimonio conflittuale. Sfortunatamente questo non accade, sono rare le separazioni pacifiche. La rabbia , la reciproca ostilità si prolunga anche dopo la fine del matrimoni.
Non è con la logica del vincitore e del vinto che si può trovare una via d’uscita a queste separazioni conflittuali.
Le vittime di una separazione così conflittuale sono i figli, i primi disagi si possono verificare a scuola con scarsi risultati, o nella vita , come può accadere a quelli sottoposti al fuoco incrociato di un matrimonio infelice.
E’ proprio nell’ambito di un momento così difficile e delicato, qual è quello della crisi coniugale, che i genitori si dovrebbero adoperare per avere tra loro una comunicazione emotiva, più uniforme e fluida, che miri ad evitare gli effetti negativi di quella crisi sui i loro figli .
Da qualunque punto di vista si guardi il problema della posizione dei figli nella crisi coniugale, nulla va a modificare i rapporti che intercorrono tra loro e i singoli genitori; il trauma è minore se durante la separazione i coniugi riescono a differenziare i problemi legati alla conflittualità della coppia da quelli relativi al proprio ruolo di genitori responsabili.
I genitori avrebbero dovuto sviluppare la comunicazione emotiva come risorsa per poter cambiare in meglio la loro vita familiare e affettiva. Ma paradossalmente una volta distrutta la fusionalità dell’eros, i coniugi restano uniti, nella fusionalità dell’odio.
La famiglia è il luogo essenziale di crescita delle potenzialità umane, poiché in essa si forma la persona nella sua duplice dimensione individuale e sociale.
Le famiglie sono le unità sociali di base, per cui, aiutandole a svilupparsi, si fa progredire l’intera società.
La conoscenza recente dell’intelligenza emotiva, costituisce una favolosa opportunità per l’umanità: grazie ad essa quest’ ultima potrà entrare in una nuova fase più pacifica della sua storia, una fase in cui l’essere umano sarà più rispettato che in passato.
Qualche giorno fa un bambino arrivato da noi in consulenza non riusciva a percepire il calore sul proprio corpo…ha solo 8 anni, ma i genitori gli hanno insegnato ad essere forte come il ferro…abbiamo dovuto fargli immaginare con la fantasia di riuscire a sentire il dolore ed il calore….Le sue emozioni da adulto, sotto quale corazza saranno custodite?
Dott.ssa Federica Protopapa
Dott.Luigi Persano