L’omosessualità spiegata tra i banchi per oltrepassare le barriere

La campagna di un noto  marchio svedese, mostra  due uomini  di spalle  che  si  tengono  per mano  e lo slogan recita: “Siamo  aperti  a tutte le famiglie”, segue poi un’altra  pubblicità  del  marchio  Eataly con lo slogan “Aperti  a tutti”; “Anche noi  siamo  aperti a tutte le famiglie”,  questa volta  la coppia  è formata da due donne che si tengono  per mano.

Queste  pubblicità hanno  creato imbarazzo sia a politici  che non , forse perché  l’amore gay  mette in crisi o  fa vacillare   il  concetto  di  famiglia tradizionale  o  classica. Basta  pensare a quello  che disse il titolare di una nota industria italiana che aveva come cavallo di battaglia delle sue pubblicità un’idilliaca famiglia, in una meravigliosa villa, dove tutti si scambiavano teneri sorrisi …: “ la sua  azienda non avrebbe mai fatto una pubblicità  con due uomini  o  con due donne”.

Anche se negli ultimi anni  in Italia, l’atteggiamento verso l’omosessualità è diventato molto più aperto che in passato, tuttavia spesso  l’omosessuale  è  oggetto di scherno omofobico;  non ultime le notizie di ragazzi che per  paura di essere respinti dagli amici e dalla famiglia hanno tenuto il loro segreto nascosto rinunciando ad una vita pubblica e ricadendo magari in giri illeciti, dove adulti esperti manipolatori  li fanno sentire più accolti.

Essere rifiutati dagli amici e dai familiari nel migliore dei casi causano stress psicologico, depressione, isolamento sociale e, nei casi più estremi, il suicidio.

Vittime di bullismo per la propria diversità, i ragazzi si sentono obbligati a nascondere la propria omosessualità comportandosi da etero.

Sono poche  le scuole italiane attente all’insegnamento dell’educazione affettiva e sessuale, eppure il fatto di parlarne aiuterebbe gli adolescenti nella loro difficile e spesso solitaria scoperta identitaria. Dobbiamo tener presente che la sessualità umana   non è solo un fatto biologico, spontaneo, ma un fatto culturale e per questo si  può insegnare e può essere appresa durante tutto il  percorso di vita.

 Da  molti anni abbiamo iniziato a fare i corsi  “Sull’ Educazione Affettiva e Sessuale” nelle scuole di  Brindisi  e provincia  anche in assenza di una legge  organizzativa  di  questo intervento. Questa scelta   è stata determinata  dalla consapevolezza  che  gli adulti si devono assumere  la responsabilità di  trasmettere messaggi  positivi  sulla sessualità e sull’affettività per  aiutare  un buon sviluppo  psicofisico  dei  bambini  e degli adolescenti. La nostra idea è stata quella   che,  attraverso la costruzione  di un progetto e un processo  di  apprendimento,  i ragazzi  possano raggiungere  una consapevolezza  della loro sessualità  , sviluppare  una buona relazione con  il corpo e con i suoi cambiamenti , avere una buona identità, saper identificare l’altro , anche nella differenza sessuale, come soggetto  di  uguale valore. 

E’  chiaro  che,  la  mancanza di informazione,  formazione e  le informazioni distorte creano una forte sofferenza e creano una barriera  ad un buon sviluppo.

L’omosessualità va affrontata con tatto in modo  semplice. La domanda  più frequente che  i ragazzi  ci  pongono  è : “Si nasce o si  diventa  omosessuali?” L’orientamento sessuale  siccome deriva  da molti  fattori  (genetici, ambientali), è molto  complesso, variabile più di  quanto  si  pensi. Solo nel 1973 l’APA (American Psychiatric Association) prese atto dell’assenza di prove scientifiche che giustificassero la precedente catalogazione dell’omosessualità come patologia psichiatrica, cancellandola dal suo elenco delle malattie mentali.

Oggi alla luce di un percorso che la nostra società ha intrapreso solo di recente,  il messaggio che cerchiamo di  passare è  che gli omosessuali, esattamente come gli etero ,  sono  singoli individui, differenti  gli uni dagli altri, in  molti casi  costretti dalle condizioni di isolamento e di aggressione  cui li  sottopone l’ambiente sociale a vivere  in gruppi che rivendicano la loro identità.

Cerchiamo  di  spiegare che l’omosessualità maschile e femminile non è qualcosa di negativo, soprattutto  quando  la classe ci manifesta ignoranza, pregiudizi e/o interesse per l’argomento; bensì una forma d’amore, un  amore  che dovrebbe orientare gli esseri umani prescindendo dal “ genere” di  appartenenza.

 In realtà quando  parliamo  di  omosessuali parliamo  di persone la cui vita sociale e affettiva ha valore e dignità uguale a quella di tutti gli altri ed hanno  diritto alla vita di  relazione e  a poter esprimere la  propria affettività in un clima  di reciproca accettazione.  

Tempo fa  in un film  apparve una frase:  Amare  è ciò che conta, che importa l’amante? Non  importa il soggetto pur ché  si abbia l’ebbrezza”.  (A. de Musset. La coppa e le labbra),  ci sembra che si  possa concludere con  questo aforisma.

Dott.ssa Federica Protopapa

Dott. Luigi Persano