Un buon equilibrio tra parole e silenzi: la ricetta dell’amore

La coppia è il nucleo costitutivo e fondante della famiglia, l’investimento su di essa si è intensificato nel tempo ed essa funziona come principale regolatore emotivo del nucleo familiare i cui componenti riconoscono nella coppia un bene sempre più prezioso del quale prendersi cura. Purtroppo sempre più spesso ci viene indicata la funzione generativa come motivazione alla base dell’unione: “Ci siamo messi insieme perché aspettavamo un bambino”, oppure altra motivazione l’ansia di un futuro solitario in una società che, se sembra modernamente accettare la vita da single, in realtà ha poi pochi spazi e per niente tempo per dare opportunità di condivisione. 

Per questo ed altre mille motivi la coppia in crisi si rivolge ad un aiuto terapeutico che medi le conflittualità e che possa magicamente fornire una ricetta che assicuri la sopravvivenza del legame. 

La coppia nasce perché “Eros è un daimon, sta  al  di fuori  e compie incursioni nella vita e nel destino. Noi  ci  innamoriamo e ci disamoriamo continuamente, per opera sua siamo trascinati e redenti, oppure dannati, ma ciò su  cui  esso opera non  è l’amore, bensì l’anima. L‘anima è il bersaglio del fuoco, il labirinto in cui  l’eros intreccia  la sua danza.” ( J. Hillman).

Quali  sono  i segnali in  una coppia quando  l’eros la  sta abbandonando per aprire  nuove danze?  Il primo segnale  è il calo della passione poi  la mancanza di una comunicazione intima ed emotiva ed infine la non condivisione di un progetto di  vita.

La relazione di coppia è un campo interpersonale nel quale albergano intimità, sostegno, comprensione, complicità e passione; ingredienti di una comunicazione emotiva che nell’attenzione reciproca permette la crescita personale e l’accesso all’aspetto innovativo delle relazioni. Ma se invece  di  questi  sentimenti  si  installano l’intolleranza , la mancanza di  rispetto e d’impegno reciproco; se in una coppia  manca  questa  componente emotiva di comportamento essa traghetta all’indifferenza e  all’agonia il  rapporto.

Quando in una coppia il malumore e l’abitudine diventano protagonisti assoluti, quando non ci piace più il profumo del nostro compagno o della nostra compagna,  la coppia  è come se si nutrisse  di un cibo avariato: si  sente in  bocca il sapore di acido; tuttavia continuiamo, per  abitudine , ad ingerirlo e a subirne  passivamente le conseguenze. I partner dovrebbero imparare a curare lo spazio comune  della condivisione  nutrendolo con le emozioni. Dominare la  rabbia, imparare la convivenza con  l’altro, combattere la noia, fare piazza pulita dei  luoghi  comuni sull’egoismo , scoprendo  quella “scatola della gioia”, che tutti  possediamo, ma non sappiamo come riempirla. Non  dobbiamo  pensare che la nostra coppia non abbia i suoi spazi incerti,  basterebbe  rubare nell’ingranaggio delle nostre  giornate qualche pausa, qualche incertezza edapprofittarne. 

Ad esempio: dopo un  litigio i partner dovrebbero godere,  per il tempo che dura, dell’estraneità che si crea tra loro. È in  quei momenti  non definiti, in cui non ci si identifica  con i legami, con  le cose che si fanno di solito, che arriva la fragranza di nuovi profumi. Sono le forme abbozzate ad attrarre l’eros, in uno spazio incerto dove tutto è ancora possibile l’eros germoglia. Un buon equilibrio tra parole e silenzi è il segreto per far crescere l’amore senza soffocarlo. In coppia non bisogna  mai “dire tutto”: si perderebbe il mistero. Però se a farci  tacere è il desiderio di “quieto vivere”, allora mettiamo a rischio l’amore.

Quando si  ama  bisognerebbe   essere  capaci di capovolgere il solito modo  di vivere. La coppia può funzionare se ciascun partner possiede la libertà interna di interessarsi alla personalità dell’altro, di concepirlo come qualcosa separato da sé, con pensieri e modalità autonome e per questo affascinante e misterioso. Attraverso un rapporto amoroso, capovolgendo schemi ed abitudini, abbandonando i pregiudizi, è possibile incontrare parti di  noi  che ci sono sconosciute e in  “ombra”. Jung chiama appunto così il nostro lato oscuro sostiene che più siamo in contatto con esso più viviamo in equilibrio. 

Quando la coppia cerca aiuto in un terzo il primo compito è quello di ricordare da dove son partiti, che progetti avevano; se in essa alberga solo la monotonia è bello suggerire  un viaggio immaginativo: non dobbiamo dimenticare che in ognuno di noi esiste un porto sicuro, un  posto tranquillo dove rifugiarsi come in una tana e ritrovare un equilibrio. Si invita la coppia a sedersi uno di fronte all’altra, le mani  appoggiate sulle gambe dell’altro e si invitano i partner a chiudere gli occhi e concentrarsi sul respiro  , l’aria che entra e l’aria che esce dentro di noi, in questa maniera si scarica la tensione. Si invita a visualizzare un’immagine  che possa portali indietro nel tempo  dove loro facevano dei  progetti,oppure un posto dove hanno fatto l’amore più bello, quando si cercavano ed erano felici. Lasciamo scorrere queste immagini fatte di carezze, di baci di tenerezze tra  loro. Poi, facciamo  in modo  che le   mani possano  accarezzare un punto del corpo dell’altro e che possano provare la situazione di  piacere provata nell’immaginario, alla fine aprono  gli occhi e ognuno racconta la sua esperienza.

E’ un  viaggio immaginario, ma se riusciamo ad immaginare riusciamo pure a renderlo reale.

Dott.ssa Federica Protopapa

Dott. Luigi Persano