di Giancarlo Sacrestano e Wanda Janina Lipka
Da queste colonne seguiamo un percorso di comprensione di due luoghi lontani, la città di Brindisi e la città di Biala Podlaska in Polonia a circa 2000 chilometri. Una esperienza che affonda la propria ragione nel dramma del dolore della guerra che 70 anni fa e che faceva sperimentare a Brindisi come a Biala Podlaska, la solidarietà e nasceva un sogno comune di un Europa senza guerra. Mentre il 2 giugno del 1946 gli uomini e le donne italiane votavano liberamente e sceglievano la repubblica democratica per il nuovo ordinamento dello Stato, la Polonia ha dovuto aspettare il giugno 1989 e attraversare lunghi decenni di dolore prima di vedere nascere la democrazia celebrandola con le prime elezioni libere. Lo scorso 16 novembre, in tutta la Polonia si sono celebrate le elezioni amministrative locali. Come in Italia, le elezioni alle massime cariche amministrative, prevedono il voto diretto e il ricorso al doppio turno (ballottaggio) nel caso in cui nessun candidato abbia superato il 50% + uno dei voti espressi dagli elettori.
Come da noi, il tempo elettorale è vissuto dai candidati con una frenesia ed una energia degna della migliore causa. Il voto è l’espressione più alta e dignitosa della libertà democratica di un popolo e chi si candida a ricoprire una carica pubblica non deve mai dimenticarlo.
Come da noi, il maggiore sforzo dei candidati è stato quello di superare l’ostacolo della diffidenza e della sfiducia di un elettorato che vive un territorio, quello del Voivodato di Lublino, caratterizzato dal fatto di essere, come il Salento, periferico rispetto ai centri di potere sia politici che economici del Paese. La disoccupazione, particolarmente quella giovanile è il primo bisogno di chi si sente escluso, come qui da noi, da un progetto di futuro. A Biala Podlaska dove opera uno dei centri ospedalieri più attivi e moderni di Polonia, la cura per la salute resta un altro elemento che caratterizza il bisogno dei cittadini, che come da noi, si sposta per investimenti verso l’assistenza dei malati cronici e degli anziani. Come a Brindisi, dove opera dal 2011 l’Istituto di Ricerca Scientifica “MEDEA” sulle malattie neurologiche nei bambini con particolare riguardo all’autismo anche a Biala è stato recentemente annunciato un programma da 5 milioni di euro per la costruzione di un centro di assistenza per i malati di autismo, una patologia difficile e complessa i cui risvolti sociali sono tenuti lontani dai riflettori della della spesa pubblica e scaricati sulle spalle delle famiglie che non hanno quasi mai la forza di assistere il malato.
Ma se la società chiede risposte ai propri bisogni, l’economia territoriale, non è ancora in grado di offrire le risposte necessarie. Il processo di infrastrutturazione del territorio segue linee di finanziamento europeo ed ancora non riesce a riscattare l’agricoltura da una condizione di arretratezza.
E’ appena il caso di ricordare come da noi, a Brindisi, con i finanziamenti europei si sono sostenute le politiche di modernizzazione di una agricoltura che ha finito coll’ impoverimento di un settore economico i cui lavoratori sono diventati sempre più poveri e sempre meno ascoltati.
Ai candidati, a Brindisi, come a Biala, gli elettori chiedono programmi chiari e definizione di tempi di realizzazione. L’unica alternativa è emigrare.
Abituato al dibattito elettorale italiano o se si vuole, brindisino, quello polacco che abbiamo registrato a Biala Péodlaska sembra un minuetto tra gentiluomini. Eppure le accuse non sono mancate e le proposte non si sono fatte aspettare.
Domenica mattina, Biala era attraversata da un vento ed un freddo notevole tanto che l’asticella del termometro non è mai andata oltre lo zero, fermando l’affluenza alle urne ad realistico 46%.
Il rinnovo della carica più prestigiosa, quella per la presidenza del distretto di Biala podlaska, vivrà il tempo del ballottaggio con i candidati più votati, Dariusz Stefaniuk trentenne esponente della destra nazionalista e Andrzej Czapski, sessantenne leader del movimento “Biala Bene Comune” (BBC – Brindisi Bene Comune) Sic!
La giornata elettorale è stata vissuta nella regolarità, dicono le cronache locali e la polizia ha ricevuto una sola notifica di una violazione del silenzio elettorale previsto in Polonia, come in Italia, per il giorno che precede il voto. Una candidata andava per le case a chiedere il voto. Le cronache registrate durante il nostro piccolo sondaggio, hanno rilevato com’è poco tollerata la distribuzione di gadget (penne o borse di plastica) da parte dei candidati. Spesso, a chi li distribuiva è stato rilevato che quell’investimento non avrebbe avuto la forza di spostare il convincimento elettorale e che meglio sarebbe stato investire quegli “sloti” (lo sloto è la moneta polacca ed ha un valore di circa un quarto di euro) in aiuti per i cittadini che hanno realmente bisogno.
Non è il caso di fare un parallelo con quello che avviene qui da noi, dove le auto bruciano e i politici finiscono in galera, ma ricordo come negli anni ’60 Achille Lauro, l’armatore monarchico di Napoli, vincesse le elezioni regalando paia di scarpe. Una la consegnava prima del giorno delle elezioni, la seconda, solo dopo che l’elettore gli dimostrava di averlo votato. Cambiano i tempi ma la voglia di convincere gli elettori con gli strumenti più fantasiosi, resta in Italia come in Polonia.