Brindisi rinasce se riscopriamo la partecipazione

di Giancarlo Sacrestano

Tre recenti notizie, convergono verso una unica interpretazione.

La prima notizia – A Bruxelles, a latere dell’ultimo consiglio d’Europa a guida italiana, l’evento denominato “Italian innovation day” a cui hanno preso parte 10 eccellenze italiane. Tra loro il brindisino Salvatore Giuliano, dirigente dell’IISS “Ettore Majorana”l’istituto superiore brindisino che guida il progetto innovativo della scuola 2.0 che è partito qualche anno fa col progetto “book in progress”. Nelle aule il sistema multimediale di gestione della lezione prevede una maggiore partecipazione attiva degli studenti partecipano con i loro personali tablet condividendo in rete le ricerche, gli studi, le attività. Il coinvolgimento si interfaccia con un sistema di apprendimento in cui l’insegnante è egli stesso il redattore del libro di riferimento per l’apprendimento della materia che è stampato in versione cartacea a costi ridottissimi. L’intera dotazione libraria, non supera per ogni anno le 50 euro.

 Il professore, che partecipa col corpo docente alla gestione dell’intero percorso formativo (fino a scrivere il libro di adozione), abbandona il suo preminente ruolo di dispensatore di conoscenza e certificatore della preparazione per identificarsi sempre più con la qualifica di “facilitatore”.

Nato a Brindisi, il progetto guidato dal dinamico dirigente coinvolge molte decine di istituti nel Paese ed è pronto ad approdare nei paesi europei.

La seconda notizia – Il comune di Brindisi affida ad un’azienda la video sorveglianza di aree urbane dove maggiormente si registra lo scarico e l’abbandono di rifiuti di ogni genere e quantità. L’incivile abitudine contrastata per mezzo di iniziative di comunicazione istituzionale (manifesti, brochure, spot) e di servizio già degne di rilievo (esiste una piattaforma di depositi a disposizione gratuitamente del cittadino per lo smaltimento dei rifiuti ingombranti) non sono serviti a garantire una maggiore pulizia e decoro cittadino.

Ora si prova a coercire la partecipazione attraverso il sistema di videosorveglianza. Il sistema ancorchè necessario è stato ritenuto deterrente nei confronti di una bruttissima e schifosa abitudine, quella di ritenere lo spazio pubblico, terra di nessuno, luogo da profanare e non specchio del grado di partecipata condivisione della gradevolezza di vivere e crescere insieme.

La terza notizia – un gruppo nutrito di iscritti al Partito Democratico ricorre ai dirigenti, nazionali, regionali, provinciali per sentire ascoltata la lamentazione

 

lesiva proprio del principio che vuole il partito, ogni partito, luogo della partecipazione.

A dire loro sarebbe necessario comprendere perché le tessere al circolo cittadino del partito sono scese in un solo anno da 1023 del 2013 a 60 del 2014. Recita la Costituzione italiana che “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. I partiti sepolti dalle leggi fasciste, riemersero alla storia nazionale lo stesso 9 settembre 1943, quando il governo nazionale si trasferì a Brindisi dopo vile fuga da Roma. Proprio qui a Brindisi il re firmò i primi atti che riammettevano i partiti a concorrere al bene supremo della nazione.

Il fiume di partecipazione determinato durante il secondo risorgimento italiano (1944-46) batezzava la partecipazione popolare a definire il nuovo ordimùnamento dello Stato il 2 giugno 1946. Vedere ridotti i partiti a “comitati elettorali” così come denunciano i firmatari della lettera, avvilisce, sconforta e quel che è peggio certifica, se provata, la difficilissima ed artita opera di recupero alla democrazia partecipata l’intera comunità che il 28 novembre al teatro Verdi disertò sostanzialmente una riunione interconsiliare dei comuni della provincia proprio a causa della sfiducia ed indifferenza che si soffre nei confronti di chi viene eletto a rappresentante del popolo.