Caro sindaco, Brindisi è stata eroica e accogliente: non rovini tutto con quei fuochi d’artificio

Caro sindaco, Brindisi in questi giorni ha offerto – se ce ne fosse ancora bisogno – una straordinaria dimostrazione non solo di capacità d’accoglienza (quella ormai è consolidata e non solo dai tempi degli sbarchi degli albanesi ma sin dall’ospitalità offerta ai profughi istriani durante la Seconda guerra mondiale) ma anche di professionalità, senso del dovere e spirito di sacrificio.

Se infatti la tragedia del Norman Atlantic è stata di proporzioni più contenute rispetto a quelle catastrofiche che poteva avere, se donne e bambini oggi si trovano a casa sani e salvi ricordando come un brutto sogno quell’avventura, lo si deve non solo alle grandi capacità dei militari (per altro di stanza nella nostra città) ma anche a quelle dei marittimi dei rimorchiatori Barretta e dei nostri otto splendidi vigili del fuoco che lei per altro ha deciso giustamente di ringraziare pubblicamente in Comune.

In questi giorni, agli occhi del mondo che ha riversato qui centinaia di giornalisti per raccontare questa terribile vicenda, Brindisi è apparsa quella che è davvero: una città non solo ricca di risorse naturali, con un porto che può accogliere navi e soccorrere naufraghi in qualsiasi condizioni di mare, ma anche dai profondi sentimenti umani, pronta a mettersi al servizio di chi ne ha bisogno, sacrificando le famiglie, il periodo di festa, il calore della casa.

Ma il dramma del Norman Atlantic purtroppo non si è concluso. Si teme che negli angoli più remoti di quella nave, magari cercando un disperato rifugio per salvarsi dalle fiamme e dal fumo, almeno una quindicina di persone siano rimaste uccise e i loro corpi siano ancora custoditi in quel relitto incandescente, ormeggiato nel nostro porto.

Proprio oggi i parenti dei dispersi, il cui stato d’animo possiamo facilmente comprendere ma neanche lontanamente avvertire, si sono portati sino alla nave ormeggiata alla banchina, quasi volessero percepire l’eventuale presenza lì dentro dei loro congiunti, dei loro amori perduti.

I corpi di altre undici persone, che erano partite con quel traghetto certe di tornare a casa per festeggiare insieme alle loro famiglie la fine dell’anno, sono stati recuperati è giacciono in un obitorio. Compreso quello di una ragazzina di 15 anni.

Per la serata di domani, 4 gennaio, in quello stesso porto, sotto quello stesso cielo, è previsto lo spettacolo di fuochi d’artificio organizzato dal Comune. Come un segno del destino, quei fuochi che dovevano essere sparati la notte di San Silvestro, sono stati fermati dalle condizioni del tempo, quasi che qualcuno – da lassù, se ci crede – volesse impedire i festeggiamenti mentre poche miglia più lontano si lottava per salvare tante vite.

Ora il maltempo è passato, ma non il dolore. La nave carica di morte è ancora lì, ormeggiata nel nostro porto. E i parenti disperati sono nella nostra città ad aspettare un verdetto che per loro è senza speranza. E allora che senso ha celebrare con i fuochi d’artificio? E’ stato un Capodanno diverso per tutti e per festeggiare bisogna essere felici.  Non turbi questo momento di tristezza ma anche di grande responsabilità che Brindisi ha assunto.

Caro sindaco, prenda in considerazione la possibilità di annullare quei fuochi d’artificio.

Gianmarco Di Napoli

(Foto Ansa)