di Giancarlo Sacrestano
La notizia che meglio starebbe, come sta, presso le bacheche parrocchiali, in questo caso assume valore di evento, perchè a tenere l’incontro non è il solito trituratore di concetti criptici di cui si bea vestirsi certa letteratura teologica, ma Paolo Curtaz, 50 anni, che arriva a Brindisi, ma domani sarà già a Bari e fra qualche giorno sarà in Svizzera a proporre le sue riflessioni che hanno caratteristiche tanto rare da farlo ritenere un unicum nel vastissimo panorama degli esegeti del Vangelo.
Il suo modo di proporre le riflessioni sui temi della religione, sono estremamente aderenti al linguaggio quotidiano, si riempiono di efficace capacità di soddisfare i bisogni di conoscenza degli animi più sensibili, ma invitare alla perlustrazione del Verbo incarnato, chi ritiene di non saper balbettare neppure un semplice Padre Nostro.
dal 2002, è suo il commento quotidiano al Vangelo diramato sul circuito CEI delle radio cattoliche
Dal 2004 propone la sua lettura del Vangelo usando le strabilianti opportunità offerte dalla tecnologia percorrendo la rete asservendola ad un percorso di evangelizzazione, dando vita con un gruppo di amici al sito internet “tiraccontolaparola” che svolge la funzione di offrire il servizio della riflessione alle letture della liturgia settimanale. Le sue riflessioni sono dei documenti di chiara e pronta comprensione, gli strumenti non sono più il testo ma audiovisivi con un canale youtube riservato.
Nel 2009 con un gruppo di Amici costituisce l’associazione culturale “Zaccheo” – perché spiega Paolo – come Zaccheo è curioso, vuole vedere Gesù. Si arrampica su di un albero per poterlo vedere, fatica, si mette in alto, si stacca dai luoghi comuni. Perché Gesù deve passare da quelle parti. Così anche noi, come Zaccheo, siamo curiosi: vogliamo vedere Gesù, conoscerlo, ascoltarlo.
Forse anche noi, come Zaccheo, diventeremo suoi discepoli.
Attaverso l’associazione Paolo gestisce il suo percorso di evangelizzazione che si sviluppa attraverso incontri, conferenze, viaggi spirituali.
Nel 2007 Paolo fa una scelta di vita eccezionale, sceglie di ritornare allo stato laicale, svestendo i panni di sacerdote che per 17 anni aveva indossato con efficacia e stima della diocesi.
Don Paolo Curtaz, da Rhêmes-Notre-Dame, è stato parroco del paese della Valle del Gran Paradiso, di Rhêmes-Saint-Georges ed amministratore delle parrocchie di Valsavarenche e di Introd, località che per dodici volte ha ospitato le vacanze estive dei Papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Grande innamorato della sua missione e dopo aver molto riflettuto, è riuscito ed oggi il tempo gliene rende merito, a testimoniare e dare corpo ad un progetto di evangelizzazione che rappresenta un modello a cui ispirarsi. Nei giorni del difficile distacco, a chi gli chiedeva conto di quella scelta apparentemente inconciliabile, lui rispondeva che “sono, resto e voglio fare il prete”.
Pochi avrebbero pensato quanto potesse essere vera quella sua affermazione, ma alla luce di quanto abbiamo visto in questo ultimo lustro, la sua scelta si eleva ben oltre i livelli della mediocrità da cui siamo avvolti. Paolo è sacerdos in Aeternum ed esercita la sua missione in modo eccezionalmente efficace.
Ciò che lo rende credibile e punto di riferimento per un notevolissimo numero di fedeli cattolici è tutto nel suo DNA di predicatore, fedele assertore delle verità bimillenarie della Chiesa Cattolica.