La coop “Ferrante Aporti” bandita per cinque anni dal Comune di Brindisi

La cooperativa Ferrante Aporti per cinque anni non potrà partecipare a gare d’appalto indette direttamente dal Comune di Brindisi né a quelle dell’Ambito Brindisi/San Vito dei Normanni, di cui il Comune di Brindisi è il massimo esponente. Lo ha stabilito la giunta comunale dopo una richiesta dell’Ufficio appalti che voleva chiarimenti sulla durata della sanzione interdittiva comminata il 5 marzo 2013.
La Ferrante Aporti, vicina al consigliere comunale Giampiero Pennetta (la moglie Anna De Domizio era presidente della cooperativa) il 13 aprile scorso aveva fatto pervenire la documentazione per partecipare alla gara “Servizio per l’integrazione scolastica e sociale” bandita da Comune di Brindisi.
L’Ufficio appalti ha bloccato la procedura e l’apertura dei plichi (prevista per lo scorso 14 aprile) proprio a causa dell’offerta pervenuta dalla Ferrante Aporti, la quale di fatto ha divieto di contrattare con il Comune. A sostegno della decisione dell’ente locale era giunta prima la sentenza del Tar di Lecce (30 ottobre 2013) e poi il Consiglio di Stato (11 novembre 2014).
Il dirigente dell’Ufficio appalti, Costantino Del Citerna ha chiesto un atto d’indirizzo alla giunta che ha ribadito la preclusione della Ferrante Aporti, deliberando che per cinque anni (a partire dal marzo 2013) la cooperativa brindisina non possa partecipare a gare d’appalto in loco.
L’interruzione dei rapporti con la Ferrante Aporti avvenne dopo la scoperta che la cooperativa avrebbe utilizzato gli stessi dipendenti negli stessi orari per due diversi affidamenti, uno del Comune e uno della Provincia. I quattro dipendenti che avrebbero dovuto svolgere il servizio socio-educativo per la prima infanzia, per il quale il Comune versava annualmente alla Aporti 248 mila euro, risultavano contemporaneamente impegnati alla Provincia per il progetto “Noi in campo” dove incassava 30 mila euro, utilizzando per altro – senza alcuna autorizzazione – il Centro di aggregazione giovanile del rione Paradiso. La Ferrante Aporti si giustificò sostenendo che c’era stato un errore nei cartellini di lavoro.