Agusta-Westland non vince l’appalto per 70 elicotteri in Polonia: ripercusssioni anche per lo stabilimento di Brindisi

di Giancarlo Sacrestano

Duro colpo per l’Agusta-Westland di Finmeccanica, l’azienda italo-britannica che ha in produzione l’elicottero bimotore multiruolo AW 149 che, si legge nella brocure aziendale, nasce con una consegna speciale: la versatilità. Progettato per vincere le sfide sia nei teatri di guerra, ma soprattutto per affrontare i sempre maggiori rischi della sicurezza del territorio, capace di trasporto e carico di persone e cose, sino all’assistenza umanitaria, è realizzato con l’ausilio delle più moderne e sofisticate tecnologie, nel rispetto delle più ferree normative militari e civili. Il velivolo è espressione dell’ingegno italiano e in parte degli specialisti che l’azienda occupa anche a Brindisi. Sin dal 2012, presso lo stabilimento di Agusta-Westand di Swidnik, una città della Polonia orientale, anche tecnici e specialisti brindisini sostengono lo sviluppo e la produzione dell’importante polo aeronautico, gemello a quello brindisino.

Nella sua visita dell’ 11 novembre 2014, il nostro ministro della difesa, Pinotti visitando gli stabilimenti italo-polacchi di Swidnik e riferendosi alla modernissima evoluzione tecnologica dell’impianto ha dichiarato: “Agusta-Westland, grazie a PZL-Swidnik, è impegnata oggi nella gara indetta dal Ministero della Difesa polacco per la fornitura di 70 elicotteri AW-149, il cui valore complessivo è stato indicativamente stimato in oltre 2,5 miliardi di euro.”

La notizia apparsa nella giornata di ieri, (21 aprile) è che la fornitura di quei 70 elicotteri da attribuire all’esercito polacco, per un controvalore di 12 miliardi di plz (3 miliardi di euro) è stata attribuita dal governo di Varsavia all’azienda francese Airbus col suo EC-725 Caracal (24,5 milioni dollari ad elicottero – primo volo 2000, contro i 16 milioni del AW 149, primo volo 2011). Una scelta che apre domande di non solo di ingegneria aeronautica, bensì di equilibri geopolitici che non è qui il caso di approfondire. Alla bisogna i francesi hanno dichiarato di voler predisporre un impianto per l’assemblaggio dei 70 elicotteri, presso lo stabilimento di Lodzs, città della Polonia centrale; regione dai parametri socio-economici sovrapponibili ad una regione della nostra Italia centrale, contro lo stabilimento di Swidnik che invece insiste in un area del Paese assimilabile al nostro meridione.

Conosco le maestranze che dallo stabilimento di Brindisi offrono serietà, esperienza e affidabilità da decenni all’industria aeronautica, e seppure senza qualifiche specifiche non nutro dubbi che i lavoratori di quell’azienda sappiano esprimere solo eccellenza. Conosco alcuni di quelli che operano anche presso lo stabilimento polacco di Swidnik e come con loro portino il calore, il valore e le competenze del nostro territorio. “Questa decisione – hanno dichiarato subitamente i dirigenti dello stabilimento polacco – costringerà Finmeccanica-AgustaWestland nostro azionista, una rivalutazione del ruolo strategico di PZL-Swidnik nel gruppo”. I lavoratori, si apprende dalla stampa locale, esprimono già preoccupazione per i loro posti di lavoro. I sindacati hanno annunciato proteste. Ci vuol molto ad immaginare quali ricadute possono verificarsi per i lavoratori della stessa società in Italia e a Brindisi in particolare?