“Caro Comune, un palazzo sulla Fontana Tancredi? Modernità non significa migliore”

Caro Comune, sono una studentessa di Architettura del Politecnico di Milano ma nata e cresciuta a Brindisi. Vorrei chiedere chiarimenti in merito alla notizia appresa con rammarico, pochi istanti fa riguardo la costruzione di un condominio sul terrapieno dell’antica fontana Tancredi.

Vorrei inoltre porre un interrogativo provocatorio, anzi piuttosto perentorio: Cosa diavolo state facendo? Recessione culturale? Mentre tutte le Amministrazioni cercano di riqualificare le proprie città, noi copriamo con cemento, quei pochi monumenti che abbiamo?? Ma poi, si trattasse di architetture di qualità! Il più delle volte si tratta di interventi obbrobriosi.

Mi domando se non sia il caso di rivedere i contenuti del nostro piano regolatore, magari prendendo come esempio qualche Comune virtuoso, al contrario del nostro. Vorrei ricordare a tutti la spiacevole diatriba del vecchio Teatro Verdi, “fantastico tempio dell’eleganza, ricco di fregi, dipinti e stucchi dorati che facevano da cornice a grandi spettacoli”, diatriba conclusa con la sconsiderata demolizione del teatro del 1960, affinché Brindisi avesse un teatro più moderno.

Caro Comune, modernità non implica necessariamente qualcosa di migliore (in questo caso soprattutto), e lo dice una devota alla modernità. Ovviamente è solo il parere di una cittadina interessata, verso un’amministrazione disinteressata. Concludo rinfrescando la vostra memoria in merito all’importanza del monumento, allegando i contenuti scritti sul vostro stesso portale, in particolare quello dell’Assessorato al Turismo: (clicca qui). Mi rimetto, dunque, alle Vostre coscienze

Saluti, Sara Labrini

P.S. Vorrei ricordarvi che il primo passo per un amministrazione emancipata , dovrebbe essere favorire l’interazione e la partecipazione con i propri cittadini, invece mi trovo costretta a pubblicare questa lettera sulla mia pagina personale, dal momento che il vostro portale non consente la pubblicazione di commenti. Evviva l’onesta intellettuale!