Lido Poste, ecco tutta la verità sulla nascita della nuova spiaggia

La realizzazione di uno stabilimento privato laddove sorgeva l’ex Lido Poste ha sollevato grandi proteste in quanto la spiaggia veniva considerata “libera” e dunque a disposizione dei bagnanti. In realtà quel tratto di arenile che sorge in località Punta Penne è da sempre proprietà privata e dopo anni di abbandono, molti dei quali segnati dalla presenza dei ruderi del vecchio stabilimento balneare, il Cral Poste di Roma (che ha ereditato la titolarità del lido un tempo destinato esclusivamente a dipendenti delle PT) ha deciso di monetizzare quella proprietà per la quale finora aveva sostenuto i costi della concessione pur di mantenerne il possesso. Ma lasciandola nel totale abbandono al punto che erano stati gli stessi bagnanti ad organizzarne bonifica e pulizia.
Il Cral Poste, non essendo nelle condizioni di costruire e gestire la struttura ha pubblicato su alcuni quotidiani un avviso di manifestazione d’interesse con il quale, partendo da una base di 180 mila euro, proponeva un’asta al rialzo per la realizzazione della spiaggia. L’impresa vincitrice avrebbe dovuto versare l’intera somma al Cral e iniziare a svolgere i lavori al termine dei quali la stessa ditta sarebbe diventata proprietaria dello stabilimento balneare.
Diverse sono state le offerte giunte al Cral. La più alta è risultata quella presentata dalla Edilsavi di Brindisi, pare per una cifra ben superiore ai 200 mila euro. La Edilsavi, fondata dal costruttore Sante Moccia, resta patrimonio di famiglia: amministratore unico è Michele Moccia, direttore tecnico l’architetto Tommaso Moccia, progettista l’architetto Fabio Moccia. Si tratta di una delle imprese di costruzioni più importanti a Brindisi.
Da qualche giorno la ditta ha “cantierizzato” la zona in cui sorgerà lo stabilimento balneare: sui 4.700 metri quadrati di proprietà privata verranno costruite 55 cabine, una struttura che ospiterà il bar, una pista coperta (la vecchia rotonda), una settantina di posti auto. Il tutto sarà realizzato senza utilizzare il cemento ma legno, in attuazione delle nuove normative. Ma soprattutto ricalcando esattamente la piantina originaria del vecchio stabilimento balneare: non è infatti consentito, sino all’approvazione del nuovo piano della costa, costruire sulle spiagge nulla di diverso rispetto a quanto già esistito. Il terreno infatti è considerato ancora agricolo.
Oltre alla zona di proprietà privata, la spiaggia potrà utilizzare i 370 metri di battigia e che rientrano nella concessione demaniale per posare ombrelloni e sdraio.
Il permesso a costruire è stato firmato dal Comune di Brindisi nell’ottobre 2014 con un vincolo fondamentale: i lavori dovranno essere consegnati entro la fine del 2015 pena il decadimento della concessione.
La Edilsavi ha acquisito il progetto per la realizzazione della nuova spiaggia che era stato prodotto nel 2011 dal Cral Poste e che poi non aveva avuto seguito. Partendo da quel progetto, e rispettando i canoni previsti dalle leggi comunali, i Moccia tenteranno di apportare alcune modifiche che impreziosiscano la nuova struttura e che in qualche maniera richiamino le caratteristiche stilistiche delle loro costruzioni.
Ma, una volta terminati i lavori e acquisita la proprietà della spiaggia, essa sarò ceduta? Dalla Edilsavi assicurano che la famiglia Moccia non è intenzionata a cedere lo stabilimento balneare, neanche in gestione. La nuova spiaggia, che per ora si chiama ancora Lido Poste ma che potrebbe avere in futuro un nuovo nome, resterà di proprietà dell’impresa costruttrice.
E per le centinaia di brindisini che utilizzavano quel pezzo di spiaggia? Il Comune sta provvedendo a ripulire tutta la zona sinistra che resterà libera e aperta al pubblico. Quella sì che non è proprietà di nessuno.