“Se fossimo state uomini avremmo fatto carriera e invece essendo donne vengono privilegiati candidati esterni”: il ricorso presentato davanti al Tribunale di Brindisi dalla consigliera di Parità della Regione Puglia contro il Comune non riguarda dipendenti qualunque ma addirittura due degli avvocati che compongono l’ufficio legale dello stesso Ente, Monica Canepa ed Emanuela Guarino.
Le due professioniste sostengono che il comportamento attuato dal Comune nei loro confronti negli ultimi anni costituisce discriminazione di genere e chiedono che il giudice del lavoro ordini al sindaco la “cessazione del comportamento illegittimo, la rimozione degli effetti pregiudizievoli e l’adozione di un piano di rimozione delle discriminazioni”.
Canepa e Guarino, dipendenti del settori Affari legali del Comune di Brindisi con la qualifica di avvocato-capo sezione, sostengono che se fossero stati uomini, l’Amministrazione comunale non avrebbe fatto ricorso a una figura dirigenziale esterna ma avrebbe scelto una di loro, cresciute professionalmente all’interno dell’ente: Questa discriminazione – sostiene nel ricorso la consigliera di Parità della Regione, Serenella Molendini – trova conferma anche nelle procedure “assertivamente selettive” indette dal Comune per la copertura di posti dirigenziali di rilevanza: le due avvocatesse sono state escluse dall’area delle Alte professionalità.
“Il nostro diritto alla progressione di carriera e a essere valorizzate viene ormai da numerosi anni negato dall’Amministrazione comunale di Brindisi”.
Canepa e Guarino chiedono anche la condanna del Comune di Brindisi, nella persona del sindaco, al risarcimento di tutti i danni non patrimoniali conseguenti all’attività “discriminatoria e vessatoria posta”, quantificati in 50 mila euro ciascuno.
L’ente infatti sostiene che non esiste alcuna discriminazione nei confronti delle due avvocatesse. In primo luogo perché gli incarichi di Alta professionalità attribuiti negli ultimi anni riguardano settori in cui erano necessari tecnici specializzati in altri settori (architetti, ingegneri e responsabile della Protezione civile), poi perché i posti sono diminuiti in funzione della spending review.
Infine la risposta sulla presunta discriminazione: “A tutt’oggi su 23 posizioni, sedici sono quelle attribuite a dipendenti di genere femminile e solo sette ad uomini.
E per difendersi davanti al giudice di pace nomina proprio una donna per farsi rappresentare, l’avvocatessa Gabriella De Giorgi del Foro di Lecce, quasi a dire rispondiamo alle accuse di sessismo con una professionalità femminile. Udienza in programma il 9 giugno prossimo.
Gianmarco Di Napoli