Morto Errico Ortese, il sindaco-pugile che bloccò il cantiere della centrale a carbone

E’ stato probabilmente il sindaco più duro che Brindisi abbia mai avuto. Non fosse altro che per il suo montante destro che in gioventù lo aveva reso uno dei pugili più tosti degli anni Quaranta: Errico Ortese si è spento oggi pomeriggio a 86 anni. Era malato da tempo. Era stato sindaco della città, con il garofano del Partito socialista corrente signoriliana, dal 27 novembre 1985 al 15 dicembre 1987. Pochi anni ma durante i quali aveva compiuto un atto che, se fosse stato supportato dalla politica di quel tempo, forse avrebbe cambiato la storia della città: un’ordinanza di sospensione dei lavori nella Centrale di Cerano e il blocco del trasporto delle ceneri.
Ma all’epoca il sindaco non aveva l’autonomia di oggi, era eletto dal Consiglio comunale ed era ostaggio dei partiti. Furono questi ultimi, a livello nazionale e locale, a imporgli di revocare quell’ordinanza e dare il via libera all’Enel.
Prima di divenire un personaggio di primissimo piano per almeno tre decenni della vita politica brindisina, Ortese era stato un discreto pugile, chiudendo la sua carriera con 72 match di cui ben 68 vinti. Poi aveva trasferito il suo impeto nell’interesse per la vita sindacale e politica. Nel dopoguerra al vertice della Cgil-edili, poi l’amore per il Partito socialista nel quale compì tutta la sua carriera: nel 1961 consigliere provinciale, dal 1964 al 1970 vicepresidente della Provincia, nel 1977 presidente dell’Istituto Case popolari fino al 1982. Poi l’esperienza di sindaco della città e infine, dal 1991 al 1995, presidente della Società Trasporti pubblici.
Era di origine popolare e non faceva nulla per nasconderlo. Non esitava a esprimersi in dialetto quando le situazioni lo consentivano. Amava profondamente la sua città.

(Foto L’Eco di Brindisi)