La Lancia Aurelia di Giannelli stava marcendo a palazzo Nervegna. Dopo il costoso restauro è di nuovo in carrozzeria

E’ sopravvissuta a decenni di abbandono nella rimessa della masseria Pignicedda e ad altrettanti nell’autoparco comunale: la Lancia Aurelia del podestà Serafino Giannelli, immatricolata nel 1952, ha rischiato di marcire nel posto in cui avrebbe dovuto rimanere esposta come un monumento. Era stata trasferita in pompa magna nell’androne di Palazzo Nervegna il 20 febbraio 2013, dopo essere stata restaurata con pezzi di ricambio originali e costosi.
In due anni però è stata danneggiata in maniera gravissima perché china deciso di collocarla lì, un posto bellissimo e importante di sicuro, non ha fatto i conti con il fatto che l’androne è scoperto. Un pozzo luce sul quale arrivano la pioggia, il sole e gli escrementi dei colombi.
Così le migliaia di euro spesi per restaurare la preziosa vettura, soprattutto importante dal punto di vista storico perché appartenne al primo “sindaco” di Brindisi, sono stati vanificati. E’ stato deciso di portare l’auto in carrozzeria per farla rimettere a posto. Ma poi, tornando nell’androne, sarebbe nuovamente esposta agli agenti atmosferici. Al Comune hanno pensato anche di coprirlo quell’androne ma la spesa in questo momento non sarebbe affrontabile perché non prioritaria.
Realizzata nel 1952 ed immatricolata l’anno successivo, l’auto fu acquistata dal podestà Serafino Giannelli per due milioni 770 mila lire, quindi, rientrante nelle proprietà poi trasferite alla istituita Fondazione e sino ad allora tenuta all’interno della Masseria Pignicedda. L’auto era depositata in totale stato di abbandono presso locali dell’autoparco comunale. Grazie ad un protocollo sottoscritto fra il Sindaco di Brindisi, Mimmo Consales e il presidente della Fondazione Salvatore Brigante, su iniziativa del Presidente del Consiglio Comunale Luciano Loiacono, se ne erano disposti il restauro e il trasferimento presso Palazzo Nervegna perché tutti i cittadini possano ammirarla.
Ora da qualche giorno la vettura ha lasciato l’androne per essere sottoposta a nuovo restauro.