In difesa dei pini

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Gli operai abbattono gli alberi del parco e gli abitanti del quartiere non ci stanno.
Svegliati dal rumore di una motosega, lunedì mattina, alcuni abitanti dei condominii che si affacciano su piazza Federico Zandomeneghi, rione S.Elia, hanno assistito all’abbattimento di un albero, sano, nel parchetto sotto casa.
Il parco di piazza Zandomeneghi è uno dei pochissimi spazi verde, insieme a quello dell’attigua chiesa, presente nel rione e, a detta degli abitanti, sono ormai 30 anni che viene curato da loro.
“È solo una questione di sicurezza” dice il dottor agronomo Giovanni Nardelli, collaboratore al servizio strade – parchi e giardini dell’assessorato ai lavori pubblici.
E in effetti le fronde dei pini riducono l’illuminazione dei pali della luce presenti nella piazza, tutti tranne uno che, in passato, è stato fatto abbassare grazie a un richiamo di un condomino.
“Perché non si fa lo stesso con gli altri pali? – si chiede la signora Daniela, combattiva residente del condominio – forse perché è più facile abbattere degli alberi?”
“Vennero a verificare quali e quanti alberi dovevano essere eliminati – il signor Antonio, attento osservatore del luogo, spiega l’excursus dei fatti – ne hanno segnati 24, tutti in prossimità dei pali elettrici”.
Facendosi un giro per il parchetto, nelle vicinanze dell’illuminazione ci si imbatte in questi pini, segnati da una “x” rossa e tristemente destinati all’abbattimento.
“L’altra mattina abbiamo fatto di tutto per far desistere gli operai dal tagliare gli alberi, purtroppo siamo arrivati tardi per uno, era ormai a terra – Daniela è amareggiata e indica le fronde che un camion della Multiservizi si appresta a raccogliere – mi hanno detto che ho tre giorni per poterli salvare“
“Ce ne siamo occupati noi per 30 anni – la mamma di Daniela è scesa, a dar man forte alla figlia – che trovassero un’altra soluzione, ci hanno detto che è pericoloso per i bambini che giocano nel parco, ma è solo per farci spaventare. E poi, senza alberi, dove dovrebbero giocare i bambini?”.

Gianmarco Sciarra