La Chiesa non paga la spazzatura e il Comune di Brindisi presenta il conto: ammonta a un milione 200 mila euro l’importo della “Tarsu”, la tassa sui rifiuti solidi urbani non versata per le strutture ecclesiastiche brindisine. E la cifra riguarda solo il biennio 2011-2012 e non tutti gli edifici ecclesiastici censiti.
Il Comune ha inviato le cartelle d’accertamento all’Abaco, la società di riscossione dei tributi locali, che farà partire le richieste di rimborso indirizzate in piazza Duomo.
Non finisce qui perché sono in corso ora gli accertamenti relativi al biennio successivo (quello 2013-2014) perché la Chiesa locale non ha pagato quella che nel frattempo è diventata Tari (Tassa Rifiuti) e il cui importo potrebbe essere ancora più rilevante.
La decisione del Comune di dare una svolta all’attività di recupero dell’evasione tributaria, dopo la scoppola dello sforamento del patto di stabilità, riguarda soprattutto quelle strutture ecclesiastiche e militari che finora avevano goduto di un ingiustificabile trattamento particolare, anche in funzione di un non preciso censimento degli edifici.
Proprio per questo per conteggiare con esattezza l’importo della tassa dei rifiuti, i tecnici comunali hanno dovuto ricostruire e mappare il patrimonio ecclesiastico presente in città. Lo stesso meccanismo si sta muovendo nei confronti delle strutture militari: le cosiddette “basi logistiche” di carabinieri e polizia, che altro non sono che normali stabilimenti balneari che però godono di statuti speciali, sono state sempre esentate dal pagamento della tassa sui rifiuti.