Danni gravissimi per l’uva dopo la grandinata e ora il pericolo del “marciume acido”: vendemmia a rischio nel Brindisino

A due settimane dalla vendemmia la violenta grandinata che si è abbattuta sul Brindisino nel pomeriggio di Ferragosto potrebbe provocare danni milionari all’intero indotto: questa mattina tra i vigneti alla periferia di Brindisi sono evidenti le conseguenze provocate dai chicchi di ghiaccio che sono venuti giù con una intensità rare per un pomeriggio d’estate.
Grappoli ai piedi delle piante, acini sparsi sul terreno e quel che più preoccupa, grappoli ammaccati dalla grandine.
Oltre a quelli persi infatti, anche quelli rimasti attaccati alle piante rischiano di essere aggrediti nel giro di pochi giorni da funghi e batteri che potrebbero originare il cosiddetto “marciume acido”, una malattia della vite che colpisce il grappolo e che è provocata da funghi e batteri diffusi da moscerini che riescono a penetrare nell’acino solo in presenza di ferite causate da condizioni ambientali.
La vendemmia insomma rischia di essere gravemente danneggiata perché il marciume acido devasterebbe i grappoli prima della raccolta. Né la vendemmia può essere anticipata perché il grado zuccherino dell’uva è ancora troppo basso.
Danni ingentissimi per un settore che ormai copre il 35 per cento delle colture in provincia di Brindisi e che costituisce la principale fonte di sostentamento per centinaia di famiglie. Le foto che abbiamo scattate riguardano la zona di Mitrano, tra Brindisi e Apani, ma danni analoghi vengono segnalati nei vigneti di malvasia e negroamaro della provincia Nord (Fasano e Ostuni) e in quella sud-ovest (Tuturano, Cellino, San Donaci). Un quadro più preciso lo si potrà avere nel corso della giornata, per capire anche se oltre ai vigneti anche gli oliveti hanno subìto danni rilevanti. Le olive vengono raccolte a novembre ma sono già presenti sugli alberi.