Gli ex stabilimenti vinicoli Brundisium trasformati in deposito di carburante: otto serbatoi di benzina e gasolio alti 20 metri nel cuore del porto, condotte sotto le aziende

Il vecchio e glorioso ex stabilimento vitivinicolo “Brundisium” potrebbe diventare un deposito costiero di idrocarburi – gasolio e benzina – con annesso terminale di carico nell’area prospiciente Costa Morena: la notizia di una nuova possibile “bomba ecologica” a due passi dalla città viene fuori quasi per caso, grazie a un avviso pubblico di avvio della procedura di Valutazione d’impatto ambientale presentata il 7 settembre al ministero dell’Ambiente.
Il deposito sarà composto da otto serbatoi circolari a tetto galleggiante collocati fuori terra (di circa venti metri d’altezza), di cui quattro della capacità utile di 6.000 metri cubi per lo stoccaggio del gasolio, e quattro serbatoi di capacità utile 3.000 metri cubi per lo stoccaggio della benzina. Il deposito verrà collegato attraverso una condotta di adduzione alla banchina di riva del porto di Brindisi dove potranno attraccare le navi cisterna per l’approvvigionamento degli idrocarburi.
In realtà la Brundisium Spa, il cui amministratore unico è l’imprenditore Vito Miccolis intende sfruttare l’antico vindotto attraverso il quale venivano rifornite di vino le navi-cisterna nei periodi d’oro dell’economia vitivinicola. Le condotte sotterranee (di circa 540 metri) dovrebbero però far passare benzina e gasolio attraverso una rete che transita anche sotto capannoni assegnati in concessione ad altre imprese e della quale persino l’Asi pare non abbia una mappatura precisa.
La Brundisium Spa nel 2011 aveva sì avviato una procedura di impatto ambientale con la Provincia per la realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con estrazione tramite spremitura, raffinazione e stoccaggio di oli vegetali.
Quel progetto però non è mai partito e ora dagli ex stabilimenti vinicoli Brindisium (che al Comune risultano ancora produrre vino) si intende far passare benzina e gasolio in quantità industriali.
All’Asi, sui cui terreni ricade l’impianto, sembrano cadere dalle nuvole. Idem l’Autorità portuale sotto la cui l’egida si trova Costa Morena.
Nel giugno 2007 la società Ecologica Spa aveva acquistato dalla società Ibis la piena proprietà del complesso industriale ex Consorzio Cooperativo vitivinicolo Brundisium e qualche tempo dopo la Miccoli Spa e la Ecologica hanno costituito la Brundisium Spa che ha ottenuto in affitto il complesso industriale.
Già nel 2008 era partito il progetto per una centrale alimentata con oli vegetali e il 24 aprile 2009 il commissario straordinario dell’Asi, Armando Serra, aveva ritenuto inammissibile il progetto in quanto la presenza di una centrale, sia pure alimentata ad energia verde, non era compatibile con una zona attigua alla città e comunque frequentata da migliaia di passeggeri con le auto al seguito.
Sarà interessante vedere cosa succederà ora che addirittura si intende trasformare gli ex stabilimenti vinicoli in un deposito di grandi quantità di carburanti che dovranno essere movimentati attraverso condutture sotterranee sino alla banchina di Costa Morena. Passando a pochi metri dal gasdotto della Ipem.
Gianmarco Di Napoli