Tutti sul palco di Flavia, in una città in cui lo sport è stato cancellato

Flavia Pennetta questa sera sarà portata sul palco del lungomare e c’è da scommettere che lassù sgomiteranno per starle a fianco, contendendosi inquadrature, dichiarazioni e selfie. Si parlerà dell’orgoglio di Brindisi per una sua figlia che viene nominata “cittadina benemerita”, ci si arrampicherà in complicate elucubrazioni e si gareggerà per trovare una frase a effetto che possa strappare l’applauso.
Nessuno dirà che se Flavia non fosse andata via da Brindisi, quando le sue coetanee giocavano ancora con la Barbie, a quest’ora sarebbe una bella signora che nel tempo libero va a correre con le amiche nel parco del Cillarese e magari la domenica a tirare palline che si perdono nella ex caserma dei vigili del fuoco.
Nessuno dirà che chissà quante Flavia ci potrebbero essere e non ci sono, mortificate da una città in cui gli impianti sportivi sono distrutti o malfunzionamenti, le società dilaniate dalla mancanza di supporti e strozzate dal ticket imposto dal Comune sull’uso delle palestre, oltre che dai costi famelici pretesi dalle federazioni per iscriversi ai campionati.
Nessuno dirà che nell’anno in cui Brindisi è stata nominata Capitale europea dello sport (il 2014) un centinaio di società sportive, di tutte le discipline, hanno ammainato bandiera lasciando i propri ragazzi in mezzo alla strada. A quanti potenziali campioni viene negata ogni possibilità di emergere, e a quanti “non campioni” viene impedito semplicemente di tenersi lontani dalla strada e dalle sue insidie? Troppo scomodo parlarne stasera che si festeggia chi per emergere è dovuto andar via.
E nessuno dirà che se oggi nel calcio ci fosse mai un nuovo Antonio Benarrivo, non potrebbe far altro che accontentarsi di giocare una partita di calcetto con gli amici al circolo perché la Capitale europea dello sport è rimasta senza una squadra e passeranno anni prima che si possa tornare in quella specie di mausoleo traballante che è il vecchio stadio, simbolo calzante del tracollo dello sport brindisino.
Nessuno soprattutto dirà che questa città sta tracollando e che ci piacerebbe festeggiare di meno e contare di più, magari sperando che un giorno una cazzuta come la Pennetta possa regalarci una botta di vita e trasformare piazza Matteotti in Flushing Meadows, prendere a pallinate tutti. E allora sì che ci sarebbe da gioire.
E invece tutti sul palco con Flavia, a riscoprirsi improvvisamente fieri di essere brindisini oltre che sopraffini cultori di tennis. L’unico argomento che riesce a mettere d’accordo persino Consales e D’Attis, più traversale di una volée incrociata di rovescio, più popolare di una bella ‘mbriacata al Negroamaro Wine Festival. Come diceva “Vicienzi” Guadalupi, sulla sua motobarca che portava a Sant’Apollinare: “Saliate, saliate, ca n’atru picca partimu”.
Gianmarco Di Napoli