Emergenza rifiuti anche in mare: gli “ncilonauti” puliscono cala Materdomini

Anche quest’anno il gruppo sub degli “ncilonauti” del Marina di Brindisi Club, di cui mi onoro far parte, ha provveduto ad effettuare la pulizia dei fondali scegliendo, nel giorno in cui si festeggia S. Francesco, il primo e più convinto ambientalista della storia dell’umanità, Cala Materdomini, la bella e suggestiva baia poco a nord di Brindisi, che presto dovrebbe essere interessata da lavori di restiling che la renderanno una meta davvero appetibile per i tanti brindisini e forestieri amanti del nostro bel mare.
Il tutto è stato possibile grazie al supporto logistico del porticciolo turistico Marina di Brindisi, punto di partenza ideale del nostro mitico “Cilona” il giallo gommone compagno di tante avventure, del WWF di Brindisi, dell’architetto Fabio Lacinio del settore Ambiente del Comune di Brindisi, il quale ha coordinato l’intervento di Ecologica Pugliese per portare a discarica tutto quanto abbiamo tirato fuori da mare.
L’appuntamento era per le 9,00 al porticciolo, montata l’attrezzatura subacquea ed effettuato un breve briefing per una migliore divisione dei compiti mentre io ed Augusto ci siamo calati da terra, fra la Lampara ed il Picnic, posti assai noti e rinomati fra gli anni sessanta ed ottanta ed oramai ridotti a ruderi vergognosi, il resto del gruppo, composto da Alberta, Federica, Daniela, Mauro, Claudio, Giuseppe, Damiano ed Armando, è salpato alla volta della conca ed a gruppi di due si sono calati in acqua, armati di sacchi e pazienza fra la Conchetta, la conca e la vera e propria baia di Materdomini. A farci da supporto anche Ada, Maria, Nicola e Gianluca.
Se Brindisi in questi giorni sta vivendo una emergenza rifiuti, come è dimostrato dai cassonetti stracolmi e la spazzatura per strada, quello che abbiamo potuto ammirare sott’acqua è stato davvero sconvolgente e le poche foto che ho scattato con la mia macchina fotografica scafandrata rendono appena l’idea di quanto siano porcelli molti dei frequentatori di Materdomini: migliaia e migliaia di bottiglie di plastica, stoviglie e posate, buste e lattine, contenitori per alimenti e quant’altro è stato lasciato dalle centinaia di frequentatori abituali od occasionali della costa brindisina dopo le loro ricche mangiate estive, ma anche scarponi, indumenti, stracci, siringhe e perfino la scocca di un motorino a due metri di profondità su cui Augusto è montato per cercare di fregarlo, al centro della baia, a circa quattro metri di profondità, un grosso motore non meglio identificato, che stante il peso non è stato possibile, per il momento, rimuovere e tanto altro ancora.
Eppure è un tratto di mare baciato dalla natura, la giornata calma e soleggiata ed il mare limpido come se si fosse ai Caraibi mi hanno suggerito, riempiti i primi sacchi di immondizia di abbandonare momentaneamente il luogo di “lavoro” e farmi un giretto verso il Picnic, dove banchi di pesci di ogni genere sguazzavano sereni in un mare oramai poco frequentato dai bagnanti, le macerie di cemento della Lampara franate in acqua una ventina di anni addietro nell’incuria delle tante amministrazioni che si sono succedute nel tempo, ricoperte da alche ed dai primi accenni di coralligeno diventano rifugio per le creature marine a dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, che la natura cerca sempre di riconquistare i propri spazi, ma l’opera dell’uomo è evidente nelle decine di metri quadrati di scogliera sottomarina scalpellata e martellata malamente da generazioni generazioni di pescatori di datteri e perchè tale pietra riprenda a vivere e ad essere colonizzata dalle creature marine ci vorranno almeno una trentina di anni, il che dovrebbe far capire quanto dannoso sia mangiare un piatto di linguine ai datteri!
Ritornato col groppo e riportato in superficie, con l’aiuto determinante di Claudio ed Augusto in acqua e Jeff in superficie, il vecchio motorino, intorno alle 12,30, aiutati dai volontari del WWF e dagli operatori di Ecologica Pugliese abbiamo conferito tutto quanto raccolto negli appositi raccoglitori differenziati, nella speranza che la prossima volta che pinne ai piedi metteremo la faccia sottacqua a Cala Materdomini potremo solamente bearci dello spettacolo della natura senza doverci necessariamente vergognare di quanto siano zozzi molti nostri concittadini.
Alessandro Caiulo