Il sistema sanitario pugliese rispetto ai 40 ospedali pubblici esistenti passerebbe, a parita’ di posti letto e di costo del personale, a 31 strutture con un taglio di 9 cosi suddiviso per Asl: Foggia da 5 a 4; Bat da 5 a 3; Bari da 12 a 10; Taranto da 6 a 5; Brindisi da 6 a 3; Lecce invariato (6).
E’ quanto annunciato oggi nella commissione assistenza sanitaria del Consiglio regionale durante l’audizione sulle linee d’indirizzo del riordino della rete ospedaliera dal direttore del Dipartimento promozione salute, Giovanni Gorgoni, alla presenza del presidente della giunta, Michele Emiliano, nella sua qualita’ di assessore alla Salute.
“Una presentazione dei criteri che sottostanno ai lavori preparatori -ha spiegato Gorgoni – fatti con i direttori generali delle Asl per la bozza del riordino ospedaliero, che e’ un percorso nazionale, complesso di adeguamento a degli standard
omogenei di assistenza, qualita’, sicurezza, efficacia non solo
in termini economici finanziari. Gli standard di riferimento – ha aggiunto Gorgoni – sono tanti ma i riferimenti in particolare sono due il decreto ministeriale 70/2015 e la legge stabilita’ 2016. Dal loro combinato disposto e sulla base della simulazione
compiuta, con l’accorpamento delle strutture e senza diminuzione
posti letto, il risultato di massima, quello che ci possiamo insomma permettere dal punto di vista economico ed assistenziale sono 31 strutture, che riusciremo a presidiare – ha concluso Gorgoni – con un organico in maniera degna, mentre a 40 non sarebbe possibile”.
Il sistema sanitario pugliese subirebbe una rimodulazione non solo nel numero degli ospedali, con il passaggio da 40 a 31 strutture, ma anche della classificazione con una rete organizzata secondo gerarchia e complessita’ crescenti. Si avrebbero cosi’ 3 tipi di ospedali: base (72-80
posti letto) con pronto soccorso; di primo livello (220-240) con
presidio di emergenza urgenza; di secondo livello – the hub (450
posti letto) con reparti di alta specialita’.
Quanto all’ipotesi di nuova configurazione – come spiegato da
Gorgoni – le 31 strutture sarebbero cosi’ ripartire: 17 tra base/Irccs, 9 di primo livello e 5 di secondo livello. Quanto alla suddivisione per Asl: Foggia 1 ospedale di secondo livello
e 3 tra ospedali tra base/Irccs; Bat 2 di primo livello ed 1 tra base/Irccs; Bari 3 di primo, 1 di secondo e 6 tra base/Irccs; Taranto 1 di primo, 1 di secondo e 3 tra base/Irccs; Brindisi 1 di primo, 1 di secondo e 1 tra base/Irccs; Lecce 2 di primo, 1 di secondo e 3 tra base/Irccs.
Per la definizione della rete ospedaliera, la Regione ha avviato una interlocuzione attiva con le direzioni generali alle quali sono stati forniti criteri omogenei di valutazione. Il lavoro di definizione della rete parte – e’ stato spiegato in commissione – dalle indicazioni normative gia’ analizzate e da alcuni punti fermi: i centri nascita devono avere 1000 parti annui e la rianimazione, deve essere rispettata la classificazione ministeriale degli ospedali, tutti i reparti e i servizi devono avere un numero di operatori adeguato a rispondere agli standard assistenziali di legge, tenendo conto anche delle novita’ in termini di turnistica dei lavoratori e mantenendo invariato il costo del personale allo storico 2014.