di Giancarlo Sacrestano
Ricerche storiche Assoarma
Domenica 3 luglio, alle ore 12, presso la Cripta-sacrario del Monumento al Marinaio d’Italia, si rinnova l’incontro mensile con la memoria.
Il ricordo indelebile di chi ha perso eroicamente la vita, si conforta della presenza nel quotidiano del loro sacrificio. Un momento di riflessione ed una Santa Messa a suffragio delle troppe giovani vite immolate per la nascita della nostra libertà. è il modo più onorevole, scelto dalle organizzazioni d’arma e le associazioni combattentistiche che si riconoscono in Assoarma Brindisi.
La cerimonia coincide con il 73° anniversario della morte dell’eroico pilota brindisino, Leonardo Ferrulli, nato il I gennaio 1918 e morto a 25 anni a Scordia, in provincia di Catania, il 5 luglio 1943.
Alle ore 11, Assoarma a nome dei soci, gli amici ed i cittadini, apporrà una corona commemorativa, nei pressi della casa natale di Ferrulli, in via Lata, 90.
La valenza dell’eroismo del pilota brindisino, asso del famosissimo 4° Stormo, effigiato del cavallino rampante, lo stesso che verrà donato alla Ferrari per farne stemma per i propri bolidi, è rinchiuso nel novero delle sue tre medaglie al valore militare conquistate in vita e la quarta, d’oro, riconosciutagli post mortem a memoria del suo ultimo gesto d’eroismo avvenuto nei cieli di Sicilia alla vigilia della invasione delle truppe alleate anglo-americane.
Di seguito la cronaca del combattimento aereo in cui ha perso la vita il sottotenente pilota Leonardo Ferrulli.
Alle 14,20 del 5 luglio 1943, appena riforniti, i Macchi MC 202S del sottotenente Leonardo Ferrulli, del ten. Giorgio Bertolaso e del serg. Giulio Fornalè, della 91^ squadriglia del 4° Stormo Caccia Terrestri decollano dalla pista di Sigonella e avvistano a 6mila metri di quota 41 quadrimotori americani B 17 “fortezza volante” scortati da 30 caccia lockheed P 38 “lighting” e da un numero imprecisato di Spitfire a quota più alta, diretti a bombardare Gerbini.
Mentre i tre Macchi MC 202S fanno quota e si dirigono sulla formazione nemica, il bombardamento sconvolge completamente la pista di San Salvatore e parte di quella di Finocchiara e Sigonella.
La poderosa formazione avversaria è in rotta di rientro quando la sparuta pattuglia dei Macchi, al comando di Ferrulli, tenta eroicamente di infliggere perdite al nemico e si lancia contro i bombardieri cercando di evitare di essere impegnata dalla caccia avversaria.
Dopo i primi attacchi avvenuti sulla zona di decentramento dello stormo e verso Scordia (CT), un quadrimotore centrato dal tiro di Ferrulli si abbatte al suolo in fiamme ad ovest della pista di San Salvatore.
Ferrulli insiste ed abbatte anche un caccia Lockheed. Intanto dall’alto piombano giù gli Spitfire che, sfruttano la loro superiorità tattica, costringendo alla difensiva i Macchi.
Ferrulli, seguito dal giovane gregario, è preso nel tiro degli Spitfire. Con un’ala spezzata del suo Macchi 202S e ferito egli stesso, abbandona la lotta e tenta di rientrare. Ma ogni sforzo è vano. Quando decide di affidarsi al paracadute è ormai a quota troppo bassa per l’apertura e cade così eroicamente nei pressi del suo velivolo in un campo di grano nella zona di Scordia.
In quella bolgia infernale sembrano riecheggiare le raccomandazioni che la madre gli faceva durante i suoi sempre più brevi soggiorni a Brindisi – “Aldo, non essere sempre tra i primi ad andare in volo…pensa anche a noi…”.
E la sua immutabile risposta, rassicurante ma ferma “mamma, se non ci vado io, chi deve andare a combattere contro il nemico?!”.