Il museo Map (Mediterraneo dell’arte presente), una delle più belle realtà culturali nate e cresciute a Brindisi, resta senza sede: l’arcidiocesi di Brindisi non ha ritenuto di rinnovare il contratto che per cinque anni aveva offerto in comodato d’uso gratuito la chiesa delle Scuole Pie, in via Tarantini. La chiesa sconsacrata, intitolata a San Michele Arcangelo, era tornata proprio grazie al Map negli itinerari dei brindisini.
Ma oggi la Diocesi intende riprendersela e anche in maniera celere: “Si rimane in attesa di ricevere da parte Sua la data di consegna dei locali, liberi e sgombri da persone e cose, in quanto si devono effettuare lavori urgenti strutturali”, scrive al professor Massimo Guastella, ideatore e curatore del museo, monsignor Antonio Valentino, direttore dell’ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Brindisi.
Guastella aveva chiesto di stipulare una nuova convenzione utilizzando la chiesa di Santa Teresa, proposta bocciata dall’Arcidiocesi “in quanto è in atto un progetto diocesano globale, per la creazione di un circuito museale, con riferimento ad alcune chiese del centro cittadino”.
Insomma tanti saluti e grazie. Il Map è sfrattato.
Eppure in cinque anni di vita il Museo ha organizzato 27 eventi per tutti i gusti artistici: mostre di pittura, di scultura, videoart e lettura di poesie. Sono stati dedicati eventi ad artisti che hanno rappresentato in maniera egregia il talento brindisino in Italia e nel mondo.
Si spiega così la mostra di qualche tempo fa dedicata a Salvatore Sala, o quella più recente come tributo a Vittorio Dimastrogiovanni. E ancora l’espositiva sul brindisino Edgardo Simone, apprezzatissimo fin negli Usa.
Il 50 per cento delle opere custodite nel museo sono di arte contemporanea e Guastella intende a tutti i costi mantenere il Map a Brindisi. Un museo che per altro non ha mai beneficiato di fondi pubblici e che spesso è stato tenuto aperto oltre gli orari previsti grazie alla volontà di Guastella e dei suoi collaboratori.
«Noi ci siamo sempre imposti una programmazione che avesse come obiettivo una finalità didattica e divulgativa. Fare cultura, a mio modo di vedere, fa accrescere una comunità», spiega Guastella. Che ora spera in un intervento dell’Amministrazione comunale per poter proseguire l’avventura del suo Museo.