Duomo, un orologio di plastica nella cappella di San Teodoro. Sugli stucchi del ‘700

“Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”: il versetto tratto dal Vangelo di Matteo 25,13 non teneva conto dell’invenzione degli orologi ma che essi dovessero addirittura comparire nelle chiese appare quanto meno singolare.
Accade nel Duomo di Brindisi dove, all’interno della cappella più prestigiosa della Cattedrale, quella dedicata a San Teodoro, patrono della città, e che contiene oltre che le reliquie e la statua del santo, anche quadri del pittore manduriano del Settecento Diego Oronzo Bianco ai lati (XVIII secolo) e del pittore Filippo Palizzi sull’altare maggiore, uno tra i massimi esponenti della pittura italiana dell’Ottocento.
Ebbene, a lato della cappella, sui preziosi stucchi finto marmo risalenti al ‘700, è stato piazzato un orribile orologio di plastica da cucina, orientato verso l’altare della cappella principale.
Ora, che i celebranti debbano fare i conti con il tempo e con lo stress della vita moderna è un conto, ma che si debba oltraggiare un luogo sacro e di altissimo valore artistico con un banale (e inutile, visto il luogo) orologio da cucina sembra davvero un’offesa a tutti.