In aeroplano con il treno: pronto il finanziamento

di Giancarlo Sacrestano per IL7 Magazine

Il Cipe, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, nella seduta dello scorso 28 febbraio, ha approvato, con assegnazioni di risorse a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) 2014-2020, l’Addendum al Piano operativo “Infrastrutture” del Ministero delle infrastrutture, con assegnazione di ulteriori risorse pari a 935 milioni di euro (FSC 2014-2020).
Dal Piano operativo del Ministero sono stati previsti per la regione Puglia 113,775 milioni di cui ben 60, per un collegamento tra rete ferroviaria nazionale ed aeroporto di Brindisi. Il progetto prevede la realizzazione di una bretella ferroviaria che congiunga la stazione centrale di Brindisi con l’aeroporto del Salento.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, dice una nota del Ministero per le Infrastrutture, esprime soddisfazione per il via libera definitivo ai nuovi investimenti approvati dal Cipe, attesi dai territori.
La notizia dell’importante programma d’investimento che coinvolge la città di Brindisi è stata data dal Governatore della Regione Puglia Emiliano che ha sottolineato come questo ulteriore tassello renderà Brindisi “snodo infrastrutturale strategico”.
Con partecipata soddisfazione, ha dato il suo saluto al piano d’investimenti anche l’assessore regionale allo sviluppo economico Loredana Capone che alle 19,50 del 28 febbraio scrive: “Evviva!!! Il Cipe ha appena deliberato il finanziamento del collegamento ferroviario nazionale e l’aeroporto del Salento!!!! Posso comunicarvi la mia, la nostra gioia!!!! A chi si domanda “come mai queste notizie arrivino sempre alla vigilia delle elezioni” lei ricambia “anch’io, visto che ci battiamo da tempo MA sono felice di poterla dare. Finora non ci era riuscito nessuno”.
Non esistendo ancora il progetto delle opere, si può solo ricorrere al buon senso e alla memoria di opere similari già costruite.
Un elemento però resta centrale ed ineludibile, Brindisi, incapace di credere, esprimere e sostenere un proprio autonomo progetto di sviluppo, si vede disincagliata dalle sabbie in cui naviga a causa di un apparato politico negligente e impreparato, ad opera e cura da chi ha ben chiara e la manifesta a suon di milioni, la mission della città adriatica.
60 milioni di euro, sono il doppio dei 30 previsti per il progetto dello shuttle, quello che per intenderci si è perso tra i meandri della foresta pluviale della burocrazia e dei ricorsi che, legittimi finchè si vuole, hanno finito con l’interdire il progresso del progetto e che già a poche ore dalla notizia del nuovo programma d’investimenti sulla mobilità alla città di Brindisi, richiede di sospendere l’iter autorizzativo dello shuttle.
Ora dal gestore delle ferrovie giunge la disponibilità, similare a quelle di altre città italiane, di definire con rotaie il collegamento tra i centri urbani e le aerostazioni.
Speriamo non si traduca in un’occasione di abuso e di sforamento dei costi per garantire prebende e opportunità di truccare gli appalti.
Brindisi, porto ed aeroscalo del Salento, è collegata dalla rete ferroviaria a Lecce, la sua provincia sino a Santa Maria di Leuca e Taranto sino alle marine joniche di Ginosa e Castellaneta marina, aree a forte attrazione turistica che, il sistema di rete ferroviaria garantisce anche se con una frequenza ed una velocità da far west.
Discorso a sé vale per Bari e l’aeroporto Karol Wojtila, quest’ultimo già congiunto da una linea ferrata con la stazione centrale del capoluogo. Aeroporti di Puglia garantisce anche una navetta su gomma che collega gli aeroporti di Brindisi e Bari.
Il miglioramento che si realizzerebbe con una bretella di raccordo ferroviaria aeroporto del Salento, la stazione di Brindisi centrale e le direttrici per Lecce, Bari e Taranto, rappresenteranno certamente un enorme vantaggio di economia del trasporto, specialmente del traffico stradale verso l’aeroporto dai tanti centri abitati salentini, nonché il decongestionamento delle aree di parcheggio limitrofe allo scalo, insufficienti e di per sé troppo onerose per chi, magari provenendo da Maglie potrebbe lasciare l’auto alla stazione della sua città e raggiungere direttamente l’aeroporto al costo di pochissimi euro. Il bacino di utenza, seppure non esemplare e numeroso, in termini di abitanti (1.500.000 abitanti) coinvolge un territorio lungo oltre 150 km ed una superficie di oltre 5.300 kmq.
In assenza di un progetto di riferimento, viene alla mente l’immediatezza dell’utilizzo di parte della rete ferrata già presente e l’innesto della bretella all’altezza della stazione ferroviaria di Brindisi-Ospedale Perrino.
La conformazione del territorio, la necessità di superare la diga dell’invaso e il superamento delle criticità rappresentate dal centro abitato, potrebbero far optare, come in altre realtà alla realizzazione di ferrovia in galleria, ma questi sono aspetti tecnici che lasciamo ben volentieri ai progettisti, non prima di riportare alla memoria e all’attenzione il progetto di mobilità urbana che qualche decennio fa gli ingegneri brindisini Giulio e Vito Maellaro, regalarono alla città.
La loro progettualità partiva dal combinato disposto di una preparazione tecnica eccellente, una conoscenza efficace del territorio e l’amore fatto di premure, attenzioni, specificazioni che promuovevano e riusavano impensate risorse del territorio, che invece sono lasciate all’incuria e alla devastazione del tempo e della dimenticanza.
Una risorsa esigibile alla bisogna, sarebbe stata l’oramai dismessa ferrovia che dallo snodo sito al quartiere Cappuccini, faceva giungere sino ai cancelli della Saca il binario per la movimentazione su rotaia delle merci.
Quel progetto di mobilità prevedeva l’intelligente raccordo dei quartieri cittadini per alleggerire il centro storico dalla inquietante tragedia di un trasporto pubblico che ad oggi non soddisfa perché non intercetta il reale bisogno del cittadino.
Suggestiva la galleria sotto il canale Pigonati per raccordare le due vicinissime sponde del seno di levante di Sant’Apollinare con il Casale nei pressi di via Tito Minniti, allora ancora non impegnata dai condomini che la comprimono contro il muro perimetrale dell’aeroporto militare.
Se è giusto considerare da un lato l’inutilità di perseguire il progetto dello shuttle che per molti aspetti si sovrappone a quello prevedibile da Rete Ferroviaria Italiana, dall’altra è necessaria una rapida riconsiderazione del piano della mobilità urbana che altrimenti risulterà ostacolato e sottoposto alle esigenze che il raccordo ferroviario per l’aeroporto comporterà per le periferie della città.
Spente le luci sulle elezioni politiche di domenica 4 marzo e fatta chiarezza su quali “santi” contare nel paradiso precario del parlamento italiano, si alzeranno le voci dei tuttologi brindisini, incapaci di progettare ma assai bravi a criticare e saltare sul carro del vincitore. Su Brindisi arriveranno con molta probabilità i denari necessari a realizzare l’opera infrastrutturale ma rischia di trovare impreparata la città e chi la governa a saper alimentare un volano di sviluppo, l’ennesimo, che a altri e necessariamente a proprio vantaggio, scaricano sulla città.