ASL Brindisi: Pediatria e Intelligenza Artificiale nel ricordo del dottor Moramarco

“Wish you were here. Verso la simbiosi fra intelligenza umana e artificiale nello spirito di Fulvio Moramarco, mentore e maestro di Pediatria” è il titolo del congresso che si è tenuto il 28 e 29 marzo nell’hotel Monte Sarago di Ostuni. Responsabili scientifici sono stati il dottor Francesco Gallo, già direttore facente funzione della Pediatria del Perrino, e il professor Mario Bochicchio, docente di Informatica nell’Università di Bari.
Erano presenti la moglie e i figli del dottor Moramarco e l’équipe del reparto attualmente diretto da Antonietta Villirillo: i medici Marilea Lezzi, Paola Passoforte, Anna Camporeale, Giorgio Sodero, Aniello Meoli, Giacomo Perrone, Luigi Moscogiuri e la coordinatrice infermieristica Anna Maria Lacorte.
Il congresso ha voluto ricordare, a un anno dalla sua scomparsa, Fulvio Moramarco, per vent’anni direttore della Pediatria dell’ospedale Perrino e pioniere dell’applicazione dell’informatica alla gestione del reparto. Alle sessioni hanno partecipato pediatri ed esperti informatici che hanno trattato gli aspetti della pediatria in cui l’intelligenza artificiale può e potrà supportare il medico nelle varie fasi decisionali.
“Quando ho conosciuto il dottor Moramarco – ha detto il direttore generale Maurizio De Nuccio nel corso dell’evento – ho subito avuto modo di apprezzare le sue qualità umane e professionali. Tutti noi ci confrontiamo ogni giorno con l’intelligenza artificiale e questi appuntamenti servono a favorire il confronto tra esperti: la tecnologia non potrà mai sostituire l’uomo, il medico in questo caso, e la sua sensibilità, ma potrà semplificare il suo lavoro”.
Per il dottor Gallo e il professor Bochicchio “il sogno è creare una rete per condividere dati essenziali per l’elaborazione di sistemi informatici che integrino l’intelligenza artificiale nell’assistenza pediatrica, per lasciare al medico il maggiore spazio possibile per il rapporto umano con il piccolo paziente e la sua famiglia e fornire al pediatra un prezioso supporto per ragionare e ridurre il rischio di esami inutili, diagnosi sbagliate e terapie inopportune. Per fare tutto questo servono i grandi numeri, ma che rispecchino la realtà in cui operiamo, e solo con l’integrazione università-ospedale-territorio si potranno avere numeri sufficienti per creare algoritmi attendibili e adatti al territorio analizzato”.